Imposta ipotecaria: che cos’è, quando si paga e come si calcola

imposta ipotecaria

Quando si parla di tasse, quelle sugli immobili, sono innumerevoli e il rischio di creare confusione è altissimo. Ma se sei su questa pagina significa che hai bisogno di fare chiarezza e capire a cosa ci si riferisce quando si parla di imposta ipotecaria.

Se vuoi approfondire, continua a leggere e, alla fine dell’articolo, saprai non solo che cos’è, ma anche come si calcola e come va versata e saprai perfino differenziarla dall’imposta catastale. Iniziamo!

Che cos’è l’imposta ipotecaria

L’imposta ipotecaria è una tassa che riguarda gli immobili e va pagata ogni volta che si devono eseguire le formalità di trascrizione, iscrizione, annotazione presso i pubblici registri immobiliari.

Ciò significa che essa colpisce in sostanza il passaggio di proprietà di un immobile o l’iscrizione di un diritto o di un qualsiasi vincolo, come per esempio l’ipoteca su un’unità immobiliare.

Quindi, ogni atto in cui si stabilisce la compravendita, la donazione, il passaggio per successione di un immobile, la costituzione di diritti o l’iscrizione di ipoteche su di esso è soggetto al pagamento dell’imposta ipotecaria, considerando che l’atto in questione debba essere annotato presso la conservatoria dei registri immobiliari.

Quando, invece, questi atti formali sono eseguiti nell’interesse dello Stato e per donazioni a favori di Regioni, Province o Comuni, di enti e fondazioni riconosciute legalmente o di Onlus l’imposta ipotecaria non deve essere pagata.

Come si calcola l’imposta ipotecaria

Per quanto riguarda il calcolo dell’imposta ipotecaria, dal primo gennaio 2014 l’aliquota è stata stabilita nella misura fissa di 50 euro nel caso di trasferimenti immobiliari soggetti a imposta di registro proporzionale con le nuove aliquote, ovvero al 2%, al 9% e al 12%.

Quindi, se l’imposta ipotecaria è da pagare sull’acquisto di un immobile non di lusso, appartenente a fabbricati di categorie A/1, A/8 e A/9, “prima casa” , da parte di un soggetto privato essa ammonterà a una spesa di 50 euro. Se si tratta dell’acquisto di un immobile che non è da considerarsi ai fini delle agevolazioni prima casa, sempre da parte di un soggetto privato, il costo dell’imposta ipotecaria rimane di 50 euro.

Mentre sale a 200 euro se ci troviamo davanti al caso dell’acquisto di immobile prima casa” da parte di un’impresa con IVA al 4%. Obbligati al pagamento sono i soggetti che richiedono la registrazione o le altre formalità, solitamente gli acquirenti o i beneficiari del trasferimento, ad esempio i donatari o gli eredi.

Come si paga l’imposta ipotecaria

Il versamento dell’imposta ipotecaria va effettuato utilizzando il modello F23, inserendo il codice tributo 649T.

Dal 2011 è e prevista la possibilità di utilizzare, in alternativa, il modello F24.

Nel caso in cui, oltre all’imposta ipotecaria, si debba pagare anche l’imposta di registro, il versamento è unico, nei termini e con le modalità previste per quest’ultima.

È tuttavia opportuno ricordare che, trattandosi di una imposta dipendente da trasferimenti immobiliari, è il notaio che redige l’atto a provvedere direttamente al versamento, addebitando l’importo al cliente fra le anticipazioni esposte nella parcella, senza ulteriori obblighi da parte dell’acquirente, erede o donatario.

Imposta ipotecaria in caso di successione

Quando si tratta di imposta ipotecaria successione il trasferimento di proprietà per donazione è soggetto a un’imposta ipotecaria fissa di 200 euro se almeno uno dei beneficiari dichiara di essere in possesso dei requisiti per ottenere le agevolazioni sulla prima casa. In tutti gli altri casi, si applica l’imposta con l’aliquota ordinaria del 2%.

Differenze tra imposta catastale e ipotecaria

L’imposta ipotecaria e catastale spesso vengono confuse, ma in realtà si tratta di due tipi di imposte differenti: la prima è una tassa indiretta che deve essere pagato tutte le volte che vengono eseguite delle formalità nei pubblici registri (iscrizioni, trascrizioni, annotazioni, cancellazioni o rinnovazioni), come abbiamo già detto, mentre la seconda deve essere pagata, tutte le volte che – in seguito a una donazione, a una successione, a una cessione o alla costituzione di un’ipoteca – viene eseguita una voltura catastale.

Le formalità per le quali è dovuta l’imposta ipotecaria, disciplinata dal decreto legislativo n. 347 del 31 ottobre del 1990, vengono operate quando si costituiscono dei diritti reali di godimento o delle ipoteche, oppure in seguito a delle donazioni, successioni o cessioni immobiliari.

Sia nel caso dell’imposta ipotecaria che nel caso dell’imposta catastale non si tiene conto delle passività del de cuius (sempre che siano presenti, in quanto esse colpiscono, quando c’è la successione, l’intero valore immobiliare dichiarato).

Anche l’imposta catastale, come quella ipotecaria, non deve essere versata per gli atti di espropriazione per pubblica utilità eseguiti a favore dello Stato, per le formalità effettuate negli interessi dello Stato e per le operazioni di voltura catastale e di trascrizione che riguardano trasferimento a titolo gratuito di alloggi dello Stato (e relative pertinenze) realizzati secondo leggi speciali di finanziamento per necessità abitativa a favore delle amministrazioni comunali.

Rientrano in tali esenzioni anche i trasferimenti a titolo gratuito eseguiti a favore degli enti pubblici, dei Comuni, delle Province, delle Regioni e delle associazioni o fondazioni riconosciute a livello legale e con finalità di utilità pubblica, esattamente come la tassa ipotecaria.

Imposta ipotecaria e catastale in caso di successione: come si calcolano

Nel caso di una dichiarazione di successione, è necessario pagare un’imposta ipotecaria pari al 2% del valore degli immobili che sono stati dichiarati in successione.

A questo proposito ti consigliamo di approfondire bene l’argomento tramite la lettura di questo articolo:

Non devono essere prese in considerazione eventuali passività, come invece si fa con l’imposta di successione, il che vuol dire che l’intero valore immobiliare è la base per il calcolo della percentuale. Per quanto riguarda invece l’imposta catastale, per una dichiarazione di cessione, la percentuale è pari all’1%.

Nel caso in cui uno o più beni immobili siano oggetto di donazione, è necessario provvedere al pagamento dell’imposta ipotecaria e catastale: la prima è pari al 2%, mentre la seconda è pari all’1%. Se si tratta di “prima casa” il versamento della quota è fisso e corrisponde a 50 euro.

Il versamento delle imposte su una donazione deve essere effettuato nel momento in cui viene registrato l’atto pubblico, vale a dire in presenza di un notaio.

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