Tassa di successione: Che Cos’è, Come si Calcola, Chi è Obbligato a Pagarla e Chi è Esente! Come Evitare la Tassa di Successione!

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Sai che ricevere un’eredità comporta dei costi?

La tassa da pagare in questi casi è quella di successione.

Vediamo di che cosa si tratta, come funziona, come si calcola, quanto costa la tassa di successione, a chi spetta pagarla e molto altro ancora.

Sei pronto?

INIZIAMO!

Che cos’è la tassa di successione

La tassa di successione in Italia è un’imposta che le persone devono pagare allo Stato quando ricevono in eredità un patrimonio, lasciato da un defunto.

In questo caso ci riferiamo alla tassa di successione su immobili pagata sulla base della dichiarazione di successione presentata all’Agenzia delle Entrate.

Le persone che hanno in eredità beni immobili e diritti immobiliari sono obbligati infatti a presentare tale dichiarazione di successione per poi pagare l’imposta oggetto del nostro articolo.

A partire dal 23 gennaio 2017 i contribuenti possono presentare la dichiarazione di successione e la relativa domanda di volture catastali direttamente online, grazie ai servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate presenti sul loro sito.

Per farlo, basta utilizzare l’applicativo disponibile sul sito internet dell’Agenzia, installare sulla propria postazione di lavoro il software di compilazione SuccessioniOnLine, compilare il file, allegare i documenti, salvare, accedere ai servizi telematici e inviare.

Se è la prima volta che compili una dichiarazione di successione può esserti di aiuto questa guida: Dichiarazione di Successione Editabile: Tempi, Sanzioni e Come si Compila il Modello di Successione Editabile.

Quando si paga la tassa di successione: i tempi

Prima di calcolare la tassa di successione sugli immobili vera e propria, bisogna presentare la dichiarazione di successione entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, da uno dei soggetti obbligati a pagarla, all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate nella cui circoscrizione era residente il defunto.

Chi è obbligato a pagare la tassa di successione

A essere obbligati prima a presentare la dichiarazione e, successivamente, a pagare la tassa di successione immobili sono, secondo l’articolo 28, comma 2, del TUS:

  • i chiamati all’eredità e i legatari, anche nel caso di apertura della successione per dichiarazione di morte presunta, cioè i loro rappresentanti legali;
  • gli immessi nel possesso temporaneo dei beni dell’assente;
  • gli amministratori dell’eredità e i curatori dell’eredità giacenti;
  • gli esecutori testamentari.

Chi è esonerato dal pagamento dell’imposta di successione

Invece, coloro che risultano esonerati dall’obbligo di presentare la dichiarazione di successione sono i chiamati all’eredità e i legatari che hanno rinunciato all’eredità o al legato prima della scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione di successione e i chiamati che, non essendo in possesso dei beni ereditari, hanno nominato un curatore per l’eredità giacente, secondo quanto stabilisce l’articolo 528 del Codice Civile.

Inoltre, non c’è l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione, se se si verificano contemporaneamente le seguenti condizioni:

  • a) l’eredità sia devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto;
  • b) l’attivo ereditario abbia un valore non superiore a 100.000 euro;
  • c) l’eredità non comprenda beni immobili o diritti reali immobiliari.

Tassa di successione come funziona e franchigia

L’imposta sulle successioni e sulle donazioni viene applicata a tutte le eredità e le donazioni con aliquote e franchigie che ti indichiamo subito.

Le aliquote e le franchigie stabilite per la tassa sulle successioni sono state previste dall’articolo 2, comma 48, del D.L. n. 262 del 2006.

In particolare, vediamo quali aliquote vengono applicate:

  • del 4%, per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro;
  • del 6%, per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, 100.000 euro;
  • del 6%, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia;
  • dell’8%, per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia.

Oltre alle franchigie di 100.000 euro e di 1 milione di euro, vi è un’ulteriore franchigia, pari a 1,5 milioni di euro, per i trasferimenti effettuati in favore di soggetti portatori di handicap, riconosciuto grave ai sensi della legge n. 104 del 1992.

Come si calcola la tassa di successione: la base imponibile

Oltre alle aliquote sarà opportuno calcolare anche la base imponibile.

Bisogna partire dall’asse ereditario che è dato dalla differenza tra i beni che costituiscono l’attivo ereditario e l’ammontare delle passività.

I beni che costituiscono l’attivo ereditario sono:

  • Beni immobili
  • Aziende
  • Obbligazioni
  • Crediti
  • Gioielli, denaro

Le passività sono invece:

  • spese mediche
  • spese funerarie
  • debiti del defunto

Per gli immobili ereditati in piena proprietà il calcolo della tassa di successione prevede una rendita catastale rivalutata al 5% moltiplicata per dei suoi coeffficienti:

  • 110 per la prima casa
  • 120 per i fabbricati che appartengono alle categorie catastali A e C esclusi A10 e C1
  • 140 per i fabbricati che appartengono alla categoria catastale B
  • 60 per fabbricati in categoria A10
  • 40,8 per i fabbricati in categoria C1

Diverso il discorso per i terreni non edificabili in quanto in questo caso bisogno considerare il reddito dominicale rivalutato al 25% moltiplicato per 90.

Inoltre nel caso di immobili ereditati sono dovute le imposte catastali e ipotecarie per un valore fisso di 200 euro.

La dichiarazione di successione

Il calcolo avviene con la presentazione della dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate che indica l’imponibile, determinando l’imposta dovuta e notificando all’indirizzo di residenza un avviso di liquidazione contenente le somme da pagare e le modalità di pagamento.

Con la nuova denuncia di successione online dal 2017 sarà possibile effettuare il calcolo e il versamento direttamente da casa compilando il form online.

Molto importante è anche il calcolo della quota legittima di cui parenti, coniuge e figli hanno diritto in presenza o meno di un testamento.

Come pagare la tassa di successione

L’imposta di successione viene liquidata dall’ufficio in base ai dati indicati nella dichiarazione, tenendo conto anche di eventuali dichiarazioni sostitutive.

Il pagamento deve essere effettuato entro 60 giorni dalla data in cui è stato notificato l’avviso di liquidazione.

Scaduto questo termine si può incorrere in sanzioni e in eventuali interessi di mora.

Il pagamento dell’imposta avviene tramite il modello F24 che si allega alla comunicazone dell’Agenzia delle Entrate.

Come avviene il pagamento rateale dell’imposta di successione

È possibile pagare l’imposta di successione anche a rate, con queste modalità:

  • almeno il 20% dell’importo deve essere versato entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione;
  • la parte restante, è versata in otto rate trimestrali (dodici, per importi superiori a 20.000 euro), sulle quali sono dovuti gli interessi calcolati dal primo giorno successivo al pagamento della tranche iniziale. Le rate scadono l’ultimo giorno di ciascun trimestre.

Quando non è ammessa la rateizzazione

La rateazione non è ammessa per importi inferiori a 1.000 euro. Inoltre, la decadenza è esclusa in caso di “lieve inadempimento”, e cioè:

  • insufficiente versamento della rata, per una frazione non superiore al 3% e, in ogni caso, a 10.000 euro:
  • tardivo versamento della somma pari al 20%, non superiore a 7 giorni.

Il “lieve inadempimento” è applicabile anche al versamento in unica soluzione.

Le quote della successione 

Tassa di successione sul conto corrente

Esiste anche una tassa di successione anche sul conto corrente del defunto.

Quando il titolare di un conto corrente muore, il denaro depositato, i titoli, ecc. spetta ai parenti per legge, secondo le quote stabilite dal Codice civile, o a chi è stato indicato dal defunto nel testamento, se c’è.

Prima di poter prendere possesso dell’eredità bisogna però rispettare una determinata procedura e pagare le tasse di successione.

In questo caso, si parte da un minimo del 4% fino a un massimo dell’8% del patrimonio del defunto, in base al suo vincolo di parentela con gli eredi. Per coniuge e figli, l’entità della tassa è del 4% e prevede una franchigia pari a 1 milione di euro a testa.

Se, per esempio, il patrimonio non supera il milione, non va pagata alcuna tassa, se è superiore si pagherà il 4% sull’importo in eccesso.

Ciò vale anche per i fratelli che devono invece pagare il 6% con una franchigia di 100mila euro ciascuno, mentre tutti gli altri parenti devono versare sempre il 6%, ma senza avere diritto ad alcuna franchigia.

A tutti gli altri soggetti si applica un’aliquota pari all’8%.

Se il conto era intestato solo al defunto, per avviare l’iter burocratico, gli eredi devono presentare alla banca il certificato di morte e l’apposito modulo da ritirare, e compilare, presso l’Agenzia delle Entrate, entro 12 mesi dalla morte del titolare e serve per avviare la procedura di successione.

Gli eredi devono anche restituire alla banca ogni strumento di pagamento collegato al conto corrente (bancomat, carta di credito e libretto degli assegni).

Come evitare la tassa di successione

Esistono naturalmente dei modi per non pagare la tassa di successione, vediamo quali sono.

Riguardo i beni immobili, si può evitare l’imposta di successione intestando la nuda proprietà a uno dei futuri eredi, mantenendo l’usufrutto.

Inoltre cointestando ai figli o al coniuge i propri conti correnti si esclude dall’asse ereditario parte della propria ricchezza.

Infine per coloro che godono di una certa ricchezza subentra l’esclusione delle aziende dall’asse dell’eredità.

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