Contratto Transitorio: Che Cos’è, Quanto Conviene e Quanto Dura!

contratto transitorio

Il contratto transitorio è un contratto di locazione che viene utilizzato soltanto per esigenze di carattere temporaneo.

I dubbi e le perplessità su questo tipo di contratto non sono pochi.

In questa guida potrai trovare tutte le informazioni fondamentali e utili sul contratto ad uso transitorio.

Cosa si intende per contratto transitorio?

Il contratto di affitto ad uso transitorio è un contratto temporaneo in cui il locatore mette a disposizione dell’inquilino la possibilità di usufruire di un immobile per un periodo limitato di tempo ossia 18 mesi massimo.

Con la stipula di un contratto di affitto transitorio, il conduttore si impegna a pagare un corrispettivo per tutta la durata dell’affitto.

Questo tipo di contratto di locazione può essere stipulato per esigenze lavorative o per altri motivi che, per esempio, possono riguardare la salute.

Va comprese le differenze con il contratto transitorio per studenti che hanno bisogno di abitare in sede per frequentare le lezioni e per motivi di studio.

Ma vediamo quali sono le caratteristiche e che cosa dispone la normativa per il contratto d’affitto transitorio.

Contratto transitorio di locazione: le caratteristiche

Il contratto a uso transitorio o contratto affitto uso transitorio deve essere stipulato in forma scritta.

In questo tipo di accordo scritto bisogna inserire:

  • i dati generali che riguardano le parti che sottoscrivono l’accordo
  • va descritto l’immobile oggetto della locazione, deve essere specificato l’importo del canone da pagare da parte dell’inquilino e devono essere indicate le modalità di versamento
  • la durata del contratto di locazione e la clausola mediante la quale l’inquilino dichiara di aver ricevuto l’attestazione di prestazione energetica

Nel contratto va indicata l’esigenza transitoria, che è il motivo per cui si stipula la locazione.

Deve essere allegata la documentazione adatta a dimostrare questa esigenza transitoria. Per esempio, se il contratto di locazione viene stabilito per esigenze lavorative, potrà essere allegato il contratto di lavoro.

È molto importante indicare questa documentazione, perché altrimenti il contratto stipulato non avrà più natura transitoria e rientrerà nelle tipologie di contratto di locazione a canone libero.

In questo caso la sua durata sarà di 4 anni e poi potrà essere rinnovato per altri 4.

La durata del contratto di locazione transitorio invece deve essere necessariamente compresa tra un mese e 18 mesi. Ricordiamo a tale proposito che, quando il contratto supera i 30 giorni, obbligatoriamente deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate.

Quando si fa un contratto transitorio?

Il contratto transitorio conviene maggiormente a coloro che hanno trovato lavoro in una nuova città e non sanno con esattezza per quanto tempo rimarranno li in quanto molto della loro vita dipende dal rinnovo del contratto di laboro.

Ecco perchè molto spesso negli annunci immobiliari si legge la dicitura contratto transitorio per lavoratori o contratto abitativo ad uso transitorio.

Questa tipologia di contratto di affitto può essere l’ideale anche per coloro che devono frequentare un master la cui durata è di circa un anno.

Contratto transitorio: cedolare secca

Anche con il contratto di locazione transitorio la cedolare secca può essere applicata.

Con il contratto transitorio con cedolare secca, il locatore usufruisce di un regime fiscale agevolato e quindi è esente dal pagamento delle tasse dovute sui redditi di locazione.

Quindi non paga l’Irpef e le tasse addizionali, l’imposta di registro e l’imposta di bollo.

Riguardo la cedolare secca trovi approfondimenti e informazioni interessanti:

Per quanto riguarda il tipo di canone da stipulare in queste forme di accordi, la legge stabilisce che il canone può essere oggetto di una libera pattuizione.

A questa regola fanno eccezione alcune città che sono chiamate ad alta tensione abitativa.

Si tratta di centri come Roma, Milano, Firenze, Bologna, Torino, Venezia, Genova, Palermo, Catania, Napoli e Bari, i Comuni che confinano con queste città e i capoluoghi di Provincia in generale.

In questi casi, infatti, per la stipulazione del canone tra le due parti si deve tenere conto delle cifre stabilite mediante appositi accordi territoriali.

La normativa del contratto transitorio

Una vera disciplina legislativa per quanto riguarda i contratti di natura transitoria si è avuta nel 1998.

Le norme applicate furono molto rigorose dal punto di vista burocratico, per questo si stabilì l’intento di scoraggiarne il farvi ricorso, almeno evitando gli eccessi.

Anche la Cassazione nel 2017 è intervenuta su tale materia dei contratti di locazione ad uso transitorio.

La Suprema Corte ha stabilito l’importanza della natura transitoria delle esigenze abitative del conduttore ed ha affermato che questa transitorietà non deve essere desunta dal termine di durata stabilito tra le due parti. La transitorietà deve essere desunta dalla natura stessa dell’esigenza abitativa.

Inoltre già precedentemente la Cassazione era intervenuta insistendo sempre sulle reali esigenze abitative di carattere transitorio, dichiarando che il locatore è obbligato a conoscerle fin dal principio, fin dal momento della stipula del contratto.

A volte la transitorietà può derivare da un’esigenza del locatore.

Anche quest’ultimo, secondo le norme di legge, ha l’obbligo di comunicare questa esigenza prima della scadenza del contratto di locazione.

Se il locatore non si attiene a questo obbligo, il contratto automaticamente diventa ordinario e quindi è soggetto ad un altro tipo di durata, normalmente 4 anni con la possibilità del rinnovo automatico per altri 4.

Contratto di affitto transitorio: quanto conviene?

Negli anni si è istituito un grosso dibattito sulla convenienza di affittare stabilendo un contratto di natura transitoria.

Molti sono convinti che affittare casa in questo modo possa comportare dei rischi per il locatore.

Secondo alcuni ci si può ritrovare in presenza di lavoratori che possono essere considerati dei veri e propri avventurieri, che tentano di cambiare città, anche se le loro condizioni economiche non sono molto solide.

È logico quindi che il locatore in casi di questo genere tenda a chiedere delle garanzie, in modo da non ritrovarsi ad affrontare dei rischi con il passare del tempo.

L’inquilino da parte propria, vivendo lontano dalla sua residenza abituale, può usufruire di una detrazione fiscale che si rivela vantaggiosa.

Ma vale anche il discorso contrario, infatti non è detto che il contratto di locazione di natura transitoria non si riveli una buona occasione di guadagno per il locatore.

Quest’ultimo si ritrova nella possibilità di poter contare su una certa rotazione degli inquilini e quindi di poter affittare l’immobile di sua proprietà ad un’utenza che si ritrova ad avere una liquidità tale da potersi permettere di spostarsi per periodi diversi di città in città, senza incontrare molte difficoltà.

La guida sui contratti di affitto

In questa guida ti abbiamo fornito tutte le informazioni che riguardano il contratto transitorio.

Naturalmente noi di Likecasa non ci siamo fermati qui!

Abbiamo preparato una guida completa e dettagliata che fornisce informazioni riguardo tutte le tipologie di contratto di affitto possibili.

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