Detrazione Ristrutturazione Seconda Casa: Quali Sono gli Incentivi Fiscali per Risparmiare?

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Sulla “Detrazione ristrutturazione seconda casa” i dubbi non sono pochi!

Ristrutturare la seconda casa, negli ultimi anni, è diventato più semplice e soprattutto meno dispendioso.

Grazie alle numerose detrazioni fiscali previste per interventi di ristrutturazione, è infatti possibile oggi “risistemare” la nostra casa al mare o in montagna, rendendola più accogliente e funzionale rispetto alle più disparate esigenze.

Molti però sono i dubbi al riguardo: la ristrutturazione seconda casa conviene? Gli incentivi fiscali dedicati ai lavori in casa si applicano anche sulle seconde case?

Con questa guida proveremo a fornirti tutte le più rilevanti informazioni per le detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni per la seconda casa per affrontare gli interventi con serenità.

Quali sono le agevolazioni per la ristrutturazione della seconda casa

Partiamo con il chiarire qual è l’agevolazione prevista per la ristrutturazione seconda casa.

La più “vecchia” fra le agevolazioni ristrutturazione seconda casa è certamente la detrazione fiscale comunemente nota come bonus ristrutturazioni.

Introdotto nel 2013, l’incentivo offre la possibilità di portare in detrazione dalle imposte sui redditi il 36% delle spese sostenute per interventi di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia su singole unità immobiliari residenziali, nel corso del periodo di imposta 2021.

A esempio si possono portare in detrazione i costi sostenuti per il rifacimento del bagno e dei relativi impianti, ma non la semplice sostituzione del box doccia.

Se gli interventi sono eseguiti su parti comuni di edifici condominiali, l’agevolazione si applica anche nel caso siano eseguiti interventi di manutenzione ordinaria.

L’agevolazione prevede un limite massimo di spesa pari a euro 48.000 (nel 2020 il limite di spesa era pari a euro 96.000 ed era possibile portare in detrazione il 50% delle spese sostenute per gli interventi di ristrutturazione).

Come funziona l’agevolazione?

Al fine di ottenere il vantaggio fiscale, occorre il rigoroso rispetto di alcuni obblighi di pagamento.

In primis, è necessario sostenere le spese mediante modalità tracciabili, quali il bonifico parlante, indicante gli estremi delle fatture e le principali informazioni sul contribuente e sulla ditta edile che esegue gli interventi agevolabili.

Entro 90 giorni dal termine dei lavori, per determinate categorie di opere di ristrutturazione, che influiscono anche da un punto di vista energetico, è previsto l’invio all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) della relativa comunicazione e della scheda tecnica dell’intervento.

La detrazione prevista per la ristrutturazione seconda casa è ripartibile in 10 rate annuali di pari importo, a partire dal periodo di imposta di sostenimento della spesa.

Soggetti beneficiari dell’agevolazione per la ristrutturazione della seconda casa

Possono usufruire della detrazione ristrutturazione seconda casa i soggetti passivi IRPEF (residenti o non) che posseggono o detengono l’immobile, sul quale sono effettuati gli interventi, sulla base di un titolo idoneo.

Ne deriva che devono ritenersi compresi nel novero dei soggetti beneficiari, non solo il proprietario, ma anche il nudo proprietario, il titolare di un diritto reale sull’immobile (uso, usufrutto, abitazione), l’inquilino, il comodatario, il socio di cooperative.

Anche i familiari, purché già conviventi prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione, possono usufruire della detrazione ristrutturazione seconda casa, a condizione che sostengano effettivamente le spese dell’intervento e che queste siano a essi direttamente fatturate.

Quali documenti conservare?

Per usufruire della detrazione ristrutturazione seconda casa, occorre conservare tutta la documentazione relativa all’intervento.

In particolare, occorre conservare la documentazione tecnico-amministrativa, riguardante l’intervento e attestante il sostenimento dei costi (a titolo esemplificativo, fatture, ricevute, contabili bancarie, nonché ricevute di pagamento dell’Imu e se gli interventi riguardanti parti comuni di edifici condominiali anche copia della delibera assembleare che autorizza i lavori e la tabella di riparto dei costi).

Si tratta di un obbligo molto importante che ci mette “al riparo” da eventuali e future contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, volte a disconoscere il beneficio fiscale.

Si può accedere alle agevolazioni anche se usate per la prima casa?

Questo è uno dei più frequenti quesiti che spesso si pongono proprietari di più unità immobiliari.

E’ possibile, in sostanza, ristrutturare seconda casa, a esempio dopo aver utilizzato il medesimo incentivo per sistemate la prima casa?

La risposta è si: è possibile usufruire più volte della stessa agevolazione fiscale nel caso di più immobili.

Il limite di spesa per ciascun interventi previsto fino a un massimo di euro 48.000 è riferito a ogni singola unità abitativa, purché censita al catasto.

Ciò significa che chi possiede più di una unità immobiliare da ristrutturare può beneficiare della  detrazione per ciascun immobile sia esso prima o seconda casa.

Non è altresì previsto l’obbligo che presso l’unità immobiliare, oggetto dell’intervento agevolato, si trasferisca la propria residenza o che sia in seguito adibita ad abitazione  principale.

Rimangono tuttavia esclusi dal beneficio fiscale gli interventi eseguiti su nuove costruzioni.

Come funziona il mutuo per la ristrutturazione della seconda casa

Molto spesso gli interventi per ristrutturare la nostra seconda casa, nonostante le detrazioni fiscali seconda casa, possono rivelarsi molto dispendiosi in termini economici.

E altrettanto spesso è necessario ricorrere a una forma di finanziamento.

Per tali motivi, la quasi totalità degli istituti di credito, offrono oggi soluzioni ad hoc per fornire immediata liquidità a quanti intendono sfruttare l’occasione di mettere a posto un’altra abitazione rispetto a quella ove si risiede, usufruendo delle detrazioni ristrutturazioni seconda casa, contando un sostegno economico.

È chiaro che le condizioni contrattuali rispetto ai finanziamenti predisposti per la prima casa sono diverse, ma ugualmente vantaggiose.

Analogamente diverse possono essere le richieste della Banca in merito alla documentazione da presentare, per l’ottenimento del mutuo.

Occorre dedicare un po’ di tempo per valutare quale prodotto bancario faccia al caso nostro, perché le proposte degli Istituti di credito si differenziano, seppur sensibilmente, fra loro (si pensi al tasso di interesse e alla relativa percentuale).

In linea generale, il mutuo per la ristrutturazione della seconda casa può erogare un finanziamento per un importo massimo all’80% del valore di mercato che, sulla base di una valutazione, si stima possa raggiungere l’immobile a seguito dei lavori di ristrutturazione.

Gli interessi passivi maturati dalla Banca in caso di mutuo per ristrutturazione seconda casa non sono deducibili ai fini delle imposte sui redditi, differentemente dai medesimi interessi calcolati su finanziamenti per sostenere interventi sulla prima casa.

Molti Istituti di credito, inoltre, offrono la possibilità di “accorpare” l’eventuale rata del mutuo concesso per la prima casa con il finanziamento ottenuto per la ristrutturazione della seconda casa, consentendo, in alcuni casi, anche un notevole risparmio di interessi e semplificando i relativi obblighi.

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