Bonifico Parlante: Che Cos’è, Come si Compila, Chi lo Deve Fare e Fac simile!

Informarsi sul bonifico parlante e sapere come muoversi è fondamentale quando si vuole avere accesso alle detrazioni per la ristrutturazione del proprio immobile.

In questa guida ti forniremo tutte le informazioni fondamentali.

INIZIAMO!

Bonifico parlante: cos’è

Il bonifico parlante è la conditio sine qua non è impossibile anche solo pensare di aver diritto agli sgravi fiscali previsti per le ristrutturazioni degli immobili.

Sostanzialmente Il bonifico parlante è uno bonifico specifico che può essere fatto sia in banca, sia presso un qualunque ufficio postale, per il quale devono essere inseriti dei dati specifici e una causale precisa.

I dati fondamentali e specifici per avere un bonifico parlante sono:

  • il codice fiscale, la cui assenza potrebbe precludere la possibilità di avere una base per chiedere sgravi per ristrutturazioni edilizie;
  • la causale: nella quale deve essere inserito il riferimento normativo esatto che si riferisce alla possibilità dello sgravio fiscale;
  • la coincidenza tra chi effettua il bonifico e chi poi chiederà lo sgravio fiscale. Non è possibile infatti che le due persone non coincidano (escludendo che vi sia un intermediario finanziario). Tuttavia è opportuno mettere in evidenza un’eccezione: nel caso in cui non si possegga un conto per poter usufruire delle detrazioni risulterà comunque necessario appoggiarsi a un conto corrente di terzi.

Continuiamo ad approfondire con tutti i dettagli ulteriori da conoscere assolutamente.

Differenza tra bonifico normale e bonifico parlante

Il bonifico parlante è un bonifico più specifico che contiene dettagli e informazioni come la partita iva o il codice fiscale in riferimento ad una determinata transazione.

Il bonifico normale permette la transazione ma non è un bonifico documentato.

Quando serve fare il bonifico parlante?

Il bonifico parlante, è dunque un bonifico documentato che è necessario e fondamentale per richiedere diversi tipi di detrazioni fiscali, tra i quali ricordiamo:

Si tratta delle categorie tipo per i quali è stato concepito il bonifico parlante, allo scopo di spingere tra le altre cose, molti acquirenti e committenti a pretendere la fattura, in un settore, quello dell’edilizia, dove almeno a detta del legislatore si nasconderebbero le principali evasioni fiscali.

Si tratta di una necessità, quella dell’utilizzo del bonifico parlante, che probabilmente verrà indicata di nuovo anche nelle prossime Leggi di Stabilità, dato che è riuscita a fornire una buona base per cominciare a combattere l’evasione fiscale, andando a colpire un settore che, almeno fino a un decennio fa, era quasi completamente sommerso.

Fare il bonifico parlante è un’operazione piuttosto semplice; se non si è molto pratici il nostro consiglio è comunque quello di effettuare il bonifico in banca e chiedere aiuto al bancario, che con ogni probabilità avrà già avuto modo di compilare migliaia di questi bonifici parlanti.

Chi deve fare il bonifico parlante?

L’ordinante del bonifico parlante deve essere lo stesso soggetto a cui sono intestate le fatture e soprattutto la stessa persona che andrà poi a richiedere lo sgravio.

La persona in questione deve indicare anche il suo codice fiscale, nel caso in cui volesse accedere alla Detrazione del 50%.
Per quanto riguarda invece il destinatario, vanno inseriti il nome aziendale o dell’artigiano, la partita IVA o il codice fiscale, così come vengono riportati in fattura.

Come si compila il bonifico parlante per la detrazione del 50?

Al fine di avere un bonifico parlante che sia adeguato al fine di richiedere lo sgravio fiscale del 50%, è necessario scrivere in causale sia il riferimento al numero e alla data della fattura, sia il riferimento alla legge:

  • articolo 16-bis del d.P.R. 917/1986;
  • legge 499/1997 (quando invece lo sgravio richiesto è quello del 36%).

Esempi di causale per il bonifico parlante

Possiamo di seguito fornirvi degli esempi di causale per il bonifico parlante, che vi consentiranno di avere a disposizione qualche modello in modo da non compiere errori.

Non esiste un formato standard, e potrete scrivere i dati fondamentali nell’ordine e nella forma che preferite!

Vediamo bene quali sono i campi:

  1. bonifico di pagamento per ristrutturazione, art 16-bis D.P.R. 917 del 1986 (Detrazione 50%) a pagamento della fattura n. X, emessa da Y, in data X/Y/XXXX;
  2. bonifico a pagamento della fattura n. X / emessa da Y, in data X/Y/ZZZZ, Detrazione al 36% ex legge 499/1997;
  3. bonifico a pagamento della fattura n. x / emessa in data X/UU/YYYY da Y, riferimento Detrazione 55–65% come da art. 1, commi 344,347, legge 27 Dicembre 2006 n. 296.

Si tratta di poche e necessarie informazioni, che però possono fare la differenza tra il poter ottenere la detrazione oppure no, quindi prestiamo la massima attenzione non solo al riferimento legislativo, ma anche al numero di fattura, a chi l’ha emessa e in che data è stata emessa.

Cosa fare in caso di errore nel bonifico parlante

Nel caso in cui ci sia stato un errore nel bonifico parlante, come potrebbe essere il caso ad esempio della non coincidenza tra bonificante e soggetto che richiede lo sgravio, o un errore nel codice fiscale, o di nuovo nella compilazione della causale, l’unica soluzione è quella di ripetere il pagamento.

Bisognerebbe cercare di mettersi d’accordo ovviamente con l’azienda che si è occupata della ristrutturazione al fine di annullare il primo pagamento, allo scopo di evitare di pagare, appunto, due volte.

Non esiste, almeno nel momento in cui vi scriviamo, alcun modo per correggere un bonifico parlante errato.

L’Agenzia delle Entrate, soprattutto negli ultimi tempi, si è dimostrata più morbida nei confronti di chi ha compiuto errori nella compilazione del bonifico parlante, anche se piuttosto che rimanere alla mercé della bontà dell’Agenzia, è sempre più indicato ripetere il pagamento per poi annullare il primo.

Fac simile di un bonifico parlante ristrutturazioni

Ti proponiamo un fac simile che possa chiarire maggiormente le idee.

Vediamo quali sono i campi da compilare:

  • Nome del titolare del conto corrente, che ordina il bonifico
  • Nome del beneficiario, ossia la ragione sociale dell’impresa che effettua i lavori
  • Numero di Conto corrente del beneficiario, IBAN;
  • Paese: ossia “Italia”;
  • Importo del bonifico;
  • Causale, secondo la seguente dicitura: “Bonifico per lavori edilizi che danno diritto alla detrazione ai sensi dell’art.16-bis Dpr 917 del 22/12/1986 Pagamento fattura n. __ del ____ a favore di ____ partita Iva ______ Beneficiario della detrazione_______ codice fiscale ___________”

2 Commenti

  1. Buongiorno,
    innanzitutto mi fa piacere ogni tanto leggere un articolo come il vostro, che non è la solita classica rivistazione delle varie guide ufficiali che non fornisce alcun valore aggiunto nè aiuto ai contribuenti.
    Perciò la vostra linea editoriale è da approvare senza alcun dubbio.
    Vorrei però suggerirvi una correzione.
    In particolare dove scrivete: “la coincidenza tra chi effettua il bonifico e chi poi chiederà lo sgravio fiscale. Non è possibile infatti che le due persone non coincidano.”
    In realtà esistono delle eccezioni.
    Infatti, in Italia non vige l’obbligo di posedere un conto corrente, ma questo non può essere una preclusione al diritto di fruire delle agevolazioni pubbliche che prevedono il pagamento col metodo del bonifico.
    Per cui, anche chi non è titolare di un conto corrente (e, quindi, non può fare un bonifico), può comuqnue fruire della detrazione appoggiandosi a un conto corrente di terzi.
    I tal caso la prassi prevede semplicemente che l’ordinante (titolare del conto) indichi il codice fiscale del beneficiario del bonus nell’apposita casella del modulo del bonifico parlante.
    Ovviamente il passaggio di denaro fra i due attori deve essere dimostrabile a fronte di controlli.
    Un altro caso in cui l’ordinante non coincide col beneficiario, si presenta quando c’è di mezzo un intermediario finanziario (a fronte di finanziamento/mutuo) fra il contribuente e i fornitori.
    Infatti, a pagare questi ultimi sarà la finanziaria, che eseguirà il bonifico dal suo conto corrente e indicherà i il contribuente quale beneficiario della detrazione.
    Dop 12 anni di consulenza su questo genere di bonus, anche io ho visto un sacco di problemi dovuti alla poca chiarezza di molte delle disposizioni istituzionali e, come voi, ritengo che sia necessario informare meglio i cittadini.
    Perdere un’agevolazione per mancanza di trasparenza non è una cosa degna di uno Stato civile.
    Buon lavoro!

    • Grazie per l’aggiornamento! L’interazione tra la nostra redazione e i nostri lettori è fondamentale per le nostre informazioni!

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