Aumento Canone Locazione: Si Può Fare?

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L’aumento del canone di locazione a quali normative è soggetto?

Nel momento in cui si prende in affitto una casa, bisogna conoscere bene i termini legislativi che stanno alla base dell’aumento del canone di locazione.

Questo discorso vale sia per il proprietario che per l’inquilino.

Avere chiare le leggi su questo argomento si rivela importante per agire senza commettere errori sia da una parte che dall’altra.

Ma vediamo subito di chiarire tutto ciò che riguarda l’aumento del canone di locazione, attraverso questa guida che abbiamo preparato appositamente sul tema.

Chi stabilisce il canone di locazione

Naturalmente l’affitto di una casa prevede il pagamento di una somma mensile, che l’inquilino deve versare ogni volta al proprietario dell’immobile.

Si tratta appunto del canone.

La somma è stabilita dal proprietario, se si tratta di un contratto a canone libero.

In altri casi, in presenza di un contratto a canone concordato, il proprietario può agire sempre liberamente, ma tenendo conto degli accordi territoriali, che sono diversi per ogni Comune.

È bene conoscere anche la natura di questi accordi di cui stiamo parlando, perché si possa essere più precisi nello stabilire sia il canone che un suo aumento.

Aumento canone locazione: quando si può chiedere?

A volte c’è l’esigenza di richiedere un aumento del canone di affitto da parte del proprietario nei confronti dell’inquilino.

Per sapersi regolare in tal senso e per sapere quando si può fare e se è legittimo richiedere l’aumento, si deve fare riferimento sempre alla normativa che sta alla base dei contratti di locazione.

Quindi bisogna considerare di che tipologia è il contratto stesso, se è a canone libero o a canone concordato:

  • Nel caso del contratto a canone libero si possono rinegoziare i termini del contratto alla scadenza dei primi 8 anni.
  • Nel caso del canone concordato, si può passare ad una rinegoziazione alla scadenza dei primi 5 anni.

Aumento canone di locazione ad uso abitativo a seguito di adeguamento Istat

È importante quindi sapere, come si deduce da ciò che abbiamo detto, che il canone di affitto non può essere aumentato per tutta la durata del primo periodo a cui si riferisce l’accordo.

È possibile però che, nonostante tutto ciò, la somma da pagare sia soggetta ad un aumento, ma non per volontà del locatore.

A questo proposito dobbiamo seguire ciò che dice la normativa sull’aumento per adeguamento Istat.

Per far valere questo tipo di adeguamento si deve inserire, prima che le parti firmino il contratto di affitto, una clausola specifica.

Essa deve dichiarare che si può aumentare il canone in base all’inflazione rilevata annualmente dall’Istat.

Quindi non si tratta della volontà del proprietario di guadagnare di più dalla somma ricevuta per l’affitto di un immobile.

È soltanto un adeguamento al costo della vita che può aumentare a causa dell’inflazione, secondo i precisi dati forniti dall’Istat.

Così il proprietario può sempre mantenere il suo potere di acquisto.

Come adeguare il canone di locazione

Ma come si calcola l’adeguamento Istat del canone di locazione?

Devi sapere che l’Istat elabora diversi dati in base ai quali si può adeguare il canone di affitto e richiederne un aumento, tenendo conto dell’evoluzione delle condizioni economiche della società.

Soprattutto si tiene in considerazione l’aumento dei prezzi di consumo per le famiglie.

L’Istat fornisce un indice importante a cui fare riferimento per le spese che possono riguardare diversi settori, come i prodotti per il consumo alimentare, i trasporti, le utenze energetiche domestiche, i servizi sanitari, quelli per la casa, l’abbigliamento, l’istruzione e le comunicazioni.

Sulla base di tutti questi dati viene calcolato l’andamento dei prezzi medi e si potrebbe prevedere un adeguamento anche per gli affitti.

È molto complesso il calcolo, perché si tengono in considerazione più di 1.700 fattori.

È da dire però che l’adeguamento in base all’Istat diventa obbligatorio se nel contratto è stata inserita la clausola di cui abbiamo parlato precedentemente.

Se non c’è questa clausola di aggiornamento, il proprietario non può richiedere un adeguamento del canone.

Per effettuare il calcolo bisogna considerare la variazione dei prezzi in rapporto al consumo.

In genere però si tratta soltanto di piccoli aumenti, perché le oscillazioni non sono così alte.

Bisogna moltiplicare il canone annuo per l’indice Istat e poi per 100.

La somma ottenuta si deve dividere per 12, per ottenere l’importo mensile da pagare.

Comunicazione aumento canone di locazione: come avviene

Per comunicare l’aumento del canone di locazione, il proprietario deve avvisare l’inquilino.

Deve inviare una lettera tramite raccomandata con ricevuta di ritorno che includa diversi dati utili.

I dati consistono nella specificazione del canone annuale, nell’indice FOI utilizzato per il mese o per l’anno di riferimento; si deve specificare la percentuale da applicare all’indice e l’aumento che risulta dal calcolo.

Poi si deve indicare anche il nuovo importo che deve essere pagato di mese in mese.

Aumento canone di locazione: registrazione

Quando si sottoscrive un contratto di locazione o quando comunque si apportano delle modifiche, come l’aumento del canone di locazione, si deve fare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate, presentando all’ente proprio il contratto stesso, in modo che venga registrato.

Il proprietario è tenuto a presentare il contratto e se non adempie a tale obbligo, secondo la legge, se il contratto non viene registrato, può essere considerato anche nullo.

La guida sull’adeguamento Istat

Noi di Likecasa abbiamo preparato una guida sull’adeguamento Istat, argomento che abbiamo affrontato anche nel corso di questa guida.

Ti abbiamo già spiegato quali sono i fattori da tenere in considerazione per richiedere un eventuale aumento del canone di locazione, a seconda dei dati ricavati dall’Istat sull’incremento dei consumi e del costo della vita.

Per orientarti al meglio ti raccomandiamo di leggere la nostra guida sull’adeguamento Istat, in modo da conoscere tutti i dettagli, per agire con correttezza, se sei il proprietario di un immobile che è dato in affitto, o per essere consapevole di quali sono i tuoi diritti e i tuoi doveri, se come inquilino hai preso in affitto una casa.

È molto importante infatti agire con consapevolezza per non ritrovarsi con l’avere a che fare con brutte sorprese che potrebbero presentarsi nel corso del periodo di locazione.

8 Commenti

  1. Ho affittato un appartamento ammobiliato a euro 350.00 per un anno ad una ditta per i suoi impiegati.
    Posso chiedere di aumentare il canone di euro 50.00?
    La ditta è d’accordo. È possibile senza incorrere in sanzioni?

    • Salve,
      occorre sempre motivare l’aumento del canone. Inoltre occorre ricordare che: bisogna considerare di che tipologia è il contratto stesso, se è a canone libero o a canone concordato:

      Nel caso del contratto a canone libero si possono rinegoziare i termini del contratto alla scadenza dei primi 8 anni.
      Nel caso del canone concordato, si può passare ad una rinegoziazione alla scadenza dei primi 5 anni.
      Saluti

    • Salve,
      l’adeguamento Istat può essere applicata per i contratti di affitto attivi da un anno. Precisamente può partire dal mese successivo alla scadenza dell’anno.
      Saluti

  2. Salve, a ottobre mi scade un contratto 4+4 e con il conduttore siamo in accordo per un aumento del canone
    Quale e’ la procedura per poter procedere?
    gli 8 anni scadono a settembre
    Grazie

  3. Salve io pago 380€ al mese il proprietario prima della scadesse di 8 anni mi ha chiesto un aumento di 230€ al mese se no non mi rinnova il contratto cosa devo fare ringrazio

    • Salve,
      molto dipende da cosa c’è scritto sul contratto di affitto.
      in ogni caso un aumento di questo tipo porta a fare valutazioni importanti. Potrebbe convenire cambiare casa.
      Saluti

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