Declassamento Catastale da A1 a A2: La Procedura e Costi!

DECLASSAMENTO CATASTALE DA A1 a A2

Forse avrai sentito parlare di declassamento catastale!

Oppure hai bisogno di raccogliere informazioni dettagliate perchè hai un immobile che vuoi declassare oppure vuoi comprare un immobile che appartiene ad una categoria catastale che prevede il pagamento dell’Imu anche se prima casa, e vuoi capire se è possibile cambiare la classe catastale.

Uno dei casi più diffusi riguarda il declassamento da A1 a A2.

Se non sai come funziona esattamente il declassamento catastale immobile e cerchi di informazioni aggiuntive sei sul sito giusto: abbiamo messo a punto una guida specifica sul cambio categoria catastale.

Comprendere come avviene tutto il processo del classamento catastale ed eventualmente del declassamento catastale non è affatto un qualcosa da sottovalutare: devi ricordarti che spesso proprio dal classamento dipendono molte tasse che si pagano relativamente ad un immobile.

Questo vuol dire che, in base alla specifica categoria catastale, a cui appartiene una tua abitazione, puoi pagare più o meno imposte a seconda della classe di riferimento.

Il Declassamento catastale riduce la rendita catastale

In base alla tipologia di classificazione della tua abitazione, può dipendere la quantità delle imposte che ti ritrovi a pagare su quel dato immobile: quando avviene il declassamento catastale avviene anche il declassamento rendita catastale.

La rendita catastale è infatti strettamente correlata alle imposte che vengono applicate sugli immobili in quanto è il parametro di riferimento che viene utilizzato per calcolare l’importo delle tasse che un cittadino deve pagare, come ad esempio l’Imu, i tributi locali, le imposte sui redditi e sui trasferimenti.

Norme e disposizioni generali sul declassamento catastale

Secondo la legge in vigore nel nostro Paese “a decorrere dal 01 Gennaio 2005 i Comuni possono esaminare con un atto di verifica quegli immobili che [..] sono stati iscritti al Catasto con un classamento che non si può più considerare coerente”.

Può capitare, infatti, che nel corso del tempo intervengano delle variazioni edilizie tali da far cambiare tipologia alla categoria di immobile.

Per esempio un immobile classificato come comune abitazione (cat. A3) può essere trasformato in abitazione di tipo signorile (cat. A2) rientrando così in una categoria catastale differente; oppure può accadere il contrario ovvero un’abitazione, da un tipo ritenuto di lusso (cat. A1), passi ad una categoria meno “lussuosa” (cat. A2).

Proprio questo secondo esempio è un vero e proprio caso di declassamento catastale, quello che rimane da capire è come fare un declassamento catastale e quale la procedura per declassamento catastale.

Vediamo come funziona!

Come chiedere il declassamento catastale?

Il declassamento catastale è una procedura molto utile per richiedere una riduzione del valore catastale dell’immobile.

Questo significa che il declassamento può comportare una diminuzione delle imposte legate all’immobile.

La procedura per richiedere un declassamento catastale richiede i seguenti passaggi:

  • Per prima cosa, prima è opportuno richiedere una visura storica dell’immobile di modo tale da venire a conoscenza del percorso storico circa l’accatastamento del tuo immobile. Le richieste di declassamento catastale da A1 a A2 sono più diffuse di quello che ci si aspetti perché molti degli immobili in Italia che sono stati classificati negli anni passati come A1 oggi non rispecchiano più le caratteristiche di immobili di lusso: molto spesso pertanto chi compra un A1 prova a richiedere il declassamento in A2.
  • Raccogliere i documenti necessari: ad esempio perizie tecniche, certificati di agibilità, relazioni di danni che giustificano la richiesta.
  • Compilare il modulo di richiesta di declassamento proposto dall’agenzia catastale
  • Allegare la documentazione richiesta insieme alla domanda
  • Attendere una risposta da parte dell’agenzia catastale che arriverà dopo un’attenta valutazione
  • Risposta e appello: se la domanda viene accettata il valore catastale dell’immobile viene aggiornato. Se la domanda viene respinta si ha la possibilità di fare ricorso o allegare altri documenti utili ai fini della richiesta.

Quanto costa il declassamento catastale?

Il declassamento catastale ha un costo di 50 euro circa al quale bisognerà sommare il costo del professionista che dovrà occuparsi della richiesta di declassamento in toto.

Il costo del professionista generalmente si aggira intorno ai 300 euro circa.

Per approfondire questo punto ti consigliamo di leggere questa guida: Costo Variazione Catastale!

Se il declassamento catastale lo richiede il Comune

Anche il Comune può richiedere un declassamento catastale.

In questo specifico caso  implica anche una variazione rendita catastale che deve contenere tutti gli elementi che possano constatare l’incoerenza con l’iscrizione nella categoria catastale vigente.

Quindi il Comune deve mandare al proprietario dell’immobile una richiesta in cui si evidenzi la mancata iscrizione al Catasto o la situazione non più coerente con il precedente classamento catastale.

La denuncia, oltre ad essere comunicata ai soggetti interessati, deve essere notificata anche all’Ufficio del Territorio.

Ma quali sono gli interventi edilizi per i quali possono essere richiesti la variazione e il declassamento catastale?

Sono interventi edilizi di grande portata.

Per esempio una nuova costruzione oppure in riferimento alle unità immobiliari per le quali siano state rilasciate licenze ad uso commerciale e che non sono iscritti al Catasto con la destinazione autorizzata.

Cosa deve contenere la richiesta del Comune

Questa richiesta deve contenere alcuni dati fondamentali:

  • Comunicare i vigenti dati catastali dell’unità immobiliare, se essi sono disponibili.
  • Gli elementi in base ai quali è stata fatta la constatazione di una mancata denuncia di variazione catastale.
  • Devono essere specificate le modalità per adempiere agli obblighi.

Nella richiesta le autorità comunali devono specificare un termine di 90 giorni per provvedere agli obblighi in oggetto.

Se il proprietario dell’immobile non presenta la variazione catastale, può incorrere nel pagamento di alcune sanzioni.

Le sanzioni sono comprese tra un minimo di 258 euro e un massimo di 2.066 euro per le violazioni che si sono verificate prima dell’1 luglio 2011.

Per quelle violazioni commesse dopo tale data, le sanzioni vanno da un minimo di 1.032 euro ad un massimo di 8.264 euro.

Leggi anche: Categoria Catastale: Elenco e Caratteristiche di Tutte le Categorie Catastali!

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