
La classe energetica D è una delle classi energetiche tipiche delle abitazioni e si configura come un elemento molto importante da valutare, per comprendere fino in fondo quanto un edificio renda in termini di prestazioni energetiche.
Quindi è giusto dire che la classe energetica D, in termini di classificazione energetica, ci può aiutare a capire quali sono i consumi che possiamo aspettarci di avere da un’abitazione.
Considerando la scala delle classificazioni energetiche che tradizionalmente viene applicata dalla normativa alle abitazioni, la classe energetica D non è molto alta, per cui sicuramente per abitazioni di questa classe energetica sarebbe consigliabile mettere in atto degli interventi di riqualificazione proprio dal punto di vista energetico.
Ma scopriamo esattamente che cosa significa la classe energetica D e quali possono essere i consumi associati ad essa.
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COMINCIAMO SUBITO!
In Questo Articolo ti Parliamo di:
Normativa green sugli immobili e classe energetica D
Negli ultimi tempi si sente parlare sempre più spesso di classe energetica D in quanto la normativa europea sulle case green impone che entro il 2033 molti immobili aumentino le loro classiche energetiche arrivando alla classe D.
Pertanto essere ben informati sul questa classe energetica diventa sempre più importante.,
Dove è indicata la classe energetica
Cominciamo a dire che la classe energetica di un immobile è riportata nell’APE, sigla con la quale si indica l’attestato di prestazione energetica.
Quest’ultimo è un documento molto importante, perché in esso viene descritta in maniera dettagliata la prestazione energetica di un’abitazione.
Per le valutazioni, in seguito alle quali si definiscono le classi energetiche, fra le quali anche la classe energetica D, si considerano diversi punti.
Per esempio si valuta il sistema di riscaldamento o il sistema che viene utilizzato per produrre acqua calda.
Si prendono in considerazione i sistemi di climatizzazione estiva, se sono presenti, ed eventualmente altri sistemi utilizzati per sfruttare le energie rinnovabili.
Classe energetica D: cosa significa
La classe energetica D identifica un immobile con un indice di prestazione energetica compreso tra 1,50 e 2,00 kWh/m² all’anno.
Generalmente riguarda abitazioni costruite negli ultimi 10–15 anni, che a prima vista possono sembrare ben isolate e con impianti efficienti. Tuttavia, a livello energetico, iniziano a mostrare limiti significativi.
Fino alla classe C, le prestazioni energetiche possono essere considerate accettabili, vicine alla sufficienza. Con la classe D, invece, si scende sotto questa soglia, con un aumento dei consumi e una minore efficienza globale dell’edificio.
Un’indicazione visiva chiara è data dal grafico dell’APE (Attestato di Prestazione Energetica), dove le classi sono rappresentate con colori a semaforo:
Le classi A sono verdi (alta efficienza)
La classe B tende al verde-giallo
La classe C è gialla
La classe D vira verso il giallo-arancio
Questa scala cromatica segnala il livello di attenzione da prestare: la classe D non è tra le peggiori (come la G), ma è ben distante dai livelli di eccellenza delle classi A, e richiede quindi valutazioni attente per eventuali miglioramenti.
I consumi di questa classe energetica
In relazione alla classe energetica D i consumi quali sono?
È stato calcolato che gli edifici di classe D consumano in media tra i 71 e i 90 kWh per metro cubo all’anno.
Inoltre consumano tra i 7 e i 9 litri di gasolio per metro cubo ogni anno.
Come passare alla classe energetica D
Non esiste una risposta univoca a questa domanda, poiché ogni situazione può presentare caratteristiche molto diverse.
In alcuni casi, può essere sufficiente aumentare il comfort abitativo e ridurre gli sprechi energetici. In altri, invece, sono necessari interventi più strutturali e complessi.
Il primo passo consiste nell’analizzare attentamente l’Attestato di Prestazione Energetica (APE), soprattutto se stai valutando l’acquisto di un immobile. L’APE ti fornisce informazioni fondamentali sulla struttura dell’edificio e sugli impianti presenti, permettendoti di individuare i punti critici e pianificare gli interventi più efficaci.
Tra gli interventi più comuni per migliorare l’efficienza energetica ci sono:
Sostituzione degli infissi
Coibentazione dell’edificio
Realizzazione del cappotto termico
Rifacimento del tetto, se in cattivo stato
Miglioramento del comfort ambientale
In molti casi, è sufficiente intervenire solo sulle componenti più deboli, come l’impianto di riscaldamento, oppure integrare fonti di energia rinnovabile. Gli interventi da eseguire dipendono sempre dalla condizione specifica dell’immobile e dai risultati emersi dall’analisi energetica.
Classe energetica D: cosa prevede la nuova normativa europea
La nuova Direttiva UE 2024/1275 (nota come Direttiva Case Green) stabilisce obiettivi vincolanti per migliorare l’efficienza energetica degli edifici:
Entro il 2030, gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe E.
Entro il 2033, dovranno salire almeno alla classe D.
Per edifici pubblici e non residenziali, i termini sono anticipati: classe E entro il 2027 e D entro il 2030.
Inoltre:
L’Attestato di Prestazione Energetica (APE) sarà armonizzato a livello UE entro il 2026, con dati standardizzati su consumi, emissioni e fonti rinnovabili.
Gli edifici nuovi dovranno essere a emissioni zero dal 2030 (dal 2028 per i pubblici).
Progressiva eliminazione delle caldaie a gas: vietate dal 2025, dismesse entro il 2040.
Obbligo di installare impianti solari dove possibile.
Ogni Paese, Italia compresa, dovrà recepire la direttiva entro il 2026 e potrà prevedere eccezioni per edifici storici o con vincoli particolari.
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