Vincolo Paesaggistico: Normativa, Iter da Seguire, e Quali Sono gli Interventi Esenti dai Vincoli Paesaggistici!

Vincolo paesaggistico normativa

Il vincolo paesaggistico è previsto dalla legge italiana per tutelare quei territori di maggior pregio nell’ambito di ciò che riguarda la costruzione di edifici senza il rispetto di alcune regole.

Infatti non rispettare alcuni criteri importanti comporterebbe l’alterazione del valore paesaggistico del territorio.

Questo non vuol dire che nel caso in cui sia in vigore un vincolo paesistico in un dato territorio non si possa procedere completamente alla costruzione di case.

Infatti la sussistenza di un vincolo ambientale e paesaggistico comporta soltanto il rispetto di precisi criteri per tutelare il patrimonio ambientale.

Se vuoi costruire in presenza di un vincolo paesaggistico ambientale, devi richiedere delle apposite autorizzazioni, rivolgendoti ad alcuni enti, come per esempio il Comune, la Regione o la Sovrintendenza ai beni paesaggistici e ambientali.

Vediamo qual è l’iter burocratico da seguire e che cosa dice la legge a proposito del rispetto dei vincoli paesaggistici.

La normativa da tenere in considerazione

Prima di vedere l’iter da seguire, vediamo cosa dice a proposito del vincolo paesaggistico la normativa specifica.

In passato era soprattutto la Regione ad occuparsi del rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici.

Oggi invece questi compiti spettano più che altro al Comune, che deve comunque interpellare la Sovrintendenza.

Non tutti i Comuni però sono autorizzati dalla Regione, infatti bisogna rispondere ad un requisito molto importante, che consiste nella presenza di una commissione tecnica, che ha la funzione di valutare le richieste che vengono effettuate.

È molto importante informarsi quindi a livello normativo se il Comune sia autorizzato oppure no ed eventualmente a quale ente fare riferimento.

Volendo, ti puoi fare aiutare anche da un professionista, come un architetto o un geometra, per individuare i riferimenti dal punto di vista legislativo.

Il vincolo paesaggistico viene disciplinato all’interno del Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Tutta questa legge è recepita con il decreto legislativo del 22 gennaio 2004 che definisce il paesaggio come patrimonio culturale della nazione.

Con il decreto Sblocca Italia sono state semplificate molte procedure per ottenere l’autorizzazione ad apportare delle modifiche in termini di costruzione e ristrutturazione degli edifici in territori sottoposti a vincolo paesaggistico.

Prima infatti si doveva indire una conferenza di servizi per valutare le richieste pervenute.

L’iter ordinario da seguire

L’iter ordinario da seguire in caso si voglia intervenire su territori sottoposti a vincolo paesaggistico è regolato dal decreto legislativo 42 del 2014.

I tempi sono compresi tra i 105 e i 120 giorni.

A questi si devono sommare altri 30 giorni, per poter passare ai lavori di tipo tecnico.

Teoricamente la legge stabilisce che, per ottenere l’autorizzazione specifica, dovrebbero trascorrere in tutto cinque mesi.

Nella realtà dei fatti i tempi possono essere davvero molto lunghi.

Comunque devi sapere che nel momento in cui i tempi si allunghino di molto e non vengano rispettare le scadenze, ti puoi rivolgere al Tar per chiedere un eventuale risarcimento dei danni che hai conseguito per il mancato rilascio del parere.

Ti puoi rivolgere sempre al tribunale amministrativo regionale o al Presidente della Repubblica per fare ricorso nel momento in cui ti viene imposto un rifiuto.

Ti puoi fare anche seguire da un’associazione che difende gli interessi ambientali.

Quando si tratta di un’amministrazione pubblica che impugna la mancata decisione da parte di un’altra amministrazione, ci sono delle commissioni regionali che devono esprimere un giudizio entro dieci giorni.

Quali sono gli interventi esenti dal vincolo

Non tutti gli interventi comunque sono sottoposti al vincolo paesaggistico.

Forniamo qualche esempio, in modo che tu riesca a comprendere quando non c’è bisogno di richiedere un’apposita autorizzazione.

Ad esempio non c’è bisogno del permesso se voi incrementare il volume dell’abitazione che non sia superiore al 10% della volumetria originaria.

Non c’è bisogno dell’autorizzazione per fare opere su prospetti e coperture, se vengono eseguite nel rispetto delle caratteristiche architettoniche e dei materiali già esistenti.

Lo stesso vale per le finiture esterne con il rifacimento degli intonaci o delle tinteggiature.

Inoltre non sono sottoposte a restrizioni le modifiche che riguardano le scale esterne.

Possono essere fatti liberamente i lavori per l’adeguamento alla normativa antisismica o quelli per migliorare l’efficienza energetica della costruzione.

Si possono apportare delle modifiche per il superamento delle barriere architettoniche, per superare i dislivelli superiori a 60 centimetri.

Si possono realizzare manufatti o si può procedere all’installazione di ascensori esterni purché non alterino la sagoma dell’edificio.

Si possono costruire delle tettoie di superficie non superiori a 30 metri quadri e delle autorimesse con volumi non superiori a 50 metri cubi.

Inoltre si può procedere alla chiusura di verande che siano funzionali allo svolgimento di alcune attività economiche.

Si tratta più che altro di strutture temporanee comprese da un periodo di 120 a 180 giorni.

L’iter semplificato

Con il decreto Sblocca Italia si è introdotta anche una procedura semplificata, per ridurre i tempi di attesa burocratica.

Infatti il decreto Sblocca Italia stabilisce che resta sempre fondamentale il parere della Sovrintendenza.

Però, se quest’ultima non risponde alla richiesta entro i termini stabiliti, allora l’ente locale deve procedere da sé.

In questo modo si riducono i tempi, perché l’autorizzazione semplificata consente di ottenere il via libera nel giro di 60 giorni.

Se la pratica è incompleta, al massimo si può arrivare a 75 giorni.

Ecco perché è importante, per un’ulteriore velocizzazione dei tempi, rivolgersi ad un tecnico abilitato per mettere a punto la scheda di relazione paesaggistica, che va allegata al progetto.

Da non dimenticare di allegare anche i riferimenti legislativi specifici e le foto dell’area, oltre che gli estratti delle mappe tratte dai riferimenti urbanistici comunali e dalla pianificazione paesistica.

Inoltre è particolarmente importante predisporre un documento fatto redigere dal progettista, in cui si evidenziano gli elementi e le valenze paesaggistiche che interessano l’area in cui si vuole intervenire.

In questo documento devono essere specificate anche le misure che si vogliono adottare per alleviare l’impatto ambientale e quindi per il rispetto del vincolo paesaggistico.

In questo modo puoi essere sicuro che la tua pratica sia completa e che non devi attendere più di tanto per passare ad eseguire i lavori di cui hai necessità.

La legge cerca in tutto e per tutto di tutelare anche il cittadino, pur garantendo il rispetto delle norme che riguardano il vincolo paesaggistico.

ABBIAMO SELEZIONATO PER TE:

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here