Impianto elettrico a norma:caratteristiche, costi e facsimile!

Impianto elettrico a norma di legge

L’impianto elettrico è un elemento tecnico essenziale dell’ambiente domestico.

Tanto indispensabile quanto pericoloso, in sua assenza vengono ostacolate le più semplici azioni della quotidianità. Proprio per disciplinare gli aspetti meno rassicuranti in termini di sicurezza, le normative che lo regolano sono inflessibili. E l’impianto elettrico di casa tua com’è? Sei sicuro che sia a norma di legge?

Quali caratteristiche deve avere un impianto elettrico a norma

Un impianto elettrico a norma di legge deve presentare delle caratteristiche ben precise, previste dalla norma vigente, atte a garantirne la sicurezza e la protezione di tutte le sue componenti.

La messa a norma impianto elettrico è stabilita dal Comitato Elettrotecnico Italiano con la Norma Cei 64-8 entrata in vigore il 1 marzo 1993 e la variante V3 della norma stessa, entrata in vigore nel settembre 2011. Come tutti gli altri impianti, anche quello elettrico deve essere conforme sotto tutti gli aspetti al Decreto Ministeriale dello Sviluppo Economico n. 37 del 22 gennaio 2008, sorto in sostituzione della legge 46/1990.

Scopriamo nei dettagli quali sono le caratteristiche che determinano un impianto elettrico a norma:

  • la sezione del montante di collegamento tra contatore e centralino deve essere maggiore o uguale a 6 mq;
  • deve prevedere la sfilabilità dei cavi;
  • l’interruttore generale deve avere le funzioni di interruttore di emergenza (può coincidere con l’interruttore generale dell’appartamento che di solito è già installato);
  • i quadri elettrici dell’unità abitativa dimensionati con il 15% minimo di riserva per capienza modulare;
  • il conduttore di protezione PE deve arrivare nel quadro elettrico generale per permettere il collegamento di eventuali futuri scaricatori di sovratensione;
  • il collegamento “entra-esci” effettuato sulle prese è ammesso solamente per apparecchi all’interno della stessa scatola o al massimo tra due scatole adiacenti. Oltre le due scatole è necessario far arrivare al gruppo prese da altra alimentazione, anche dallo stesso interruttore di protezione, ma con linea aggiuntiva e non derivata dalla scatola precedente.
  • Presenza di dispositivi salvavita in grado di interrompere il flusso elettrico in caso di dispersione o folgorazione;
  • presenza di interruttori magnetotermici che devono accompagnare quelli differenziali (i salvavita) per la protezione dell’immobile in casi di cortocircuito o sovracorrente;
  • i cavi utilizzati devono essere bilanciati sulla portata dell’impianto;
  • obbligo di “messa a terra” che disperde nel terreno il flusso elettrico e che deve rispettare le disposizioni della normativa vigente;
  • le varie utenze devono essere differenziate all’interno dei moduli del cavo elettrico;
  • tutti gli interventi che riguardano l’impianto devono essere stati eseguiti da professionisti con requisiti verificati dalla Camera di commercio;

Anche i cavi elettrici, naturalmente, devono essere a norma di legge. Gli obblighi riguardano il cavo di protezione (definito normalmente “cavo di messa a terra”) che deve essere di colore giallo-verde, mentre il cavo di neutro, cioè il conduttore attraversato dalla corrente di ritorno deve essere blu chiaro. È necessario che le sezioni siano adeguate alle correnti previste e che ci sia un cavo elettrico specifico per ogni tipo di utilizzo:

  • cavi coassiali per la trasmissione di segnali video, tv e satellitare;
  • cavi usati esclusivamente per il telefono e il citofono;
  • cavi dedicati al cablaggio degli impianti per gli allarmi
  • cavi adatti alla realizzazione di reti dati ad alta velocità e di reti schermate ad alta velocità per i dati.

Sottoposti alla normativa sono anche gli involucri per le apparecchiature elettriche, classificati in base ai gradi di protezione IP, cioè la protezione contro la penetrazione di liquidi.

Impianto elettrico a norma certificazione: l’unica modalità valida per dimostrare che l’impianto elettrico è a norma è la dichiarazione di conformità, rilasciata al termine dei lavori dall’impresa che ha eseguito i lavori di realizzazione degli impianti elettrici.

Come strutturare un impianto elettrico nuovo

Per un impianto elettrico nuovo bisogna affidarsi esclusivamente a imprese registrate, iscritte alla Camera di Commercio, evitando tentativi di improvvisazione per la realizzazione di un impianto elettrico fai da te che si rivelerebbe di sicuro un impianto elettrico non a norma.

La regolamentazione per gli impianti elettrici civili e dell’ impianto elettrico casa prevede uno schema impianto elettrico a norma basato su tre livelli di impianto. Seguendolo, puoi strutturare un impianto elettrico nuovo che tenga conto dell’ampiezza degli ambienti domestici, garantendone la massima funzionalità e sicurezza.

Il livello 1 prevede uno standard minimo e una strutturazione dell’impianto a norma in cui i punti presa devono essere distribuiti in modo uniforme lungo le pareti e non dove sarebbe più comodo all’installatore o dove presumibilmente verranno posizionati i mobili. Nel locale bagno sono richiesti almeno 2 punti presa, indipendentemente dal livello dell’impianto. Per quanto riguarda la cucina, vengono stabiliti dei valori minimi di punti presa da porre all’altezza del piano lavoro. Particolare attenzione per la quantità di prese contenute nel punto presa: per le prese TV, infatti, vengono richieste almeno 6 prese. All’ingresso dell’abitazione, così come nei corridoi di transito, deve essere presente almeno un punto luce e un punto presa; i punti luce e i punti presa dovranno essere comandati da un comando dedicato, al quale dovrà essere associata una lampada spia di segnalazione, grazie alla quale si eviterà di lasciare “acceso” il punto stesso. È, inoltre, necessario installare dispositivi di illuminazione di sicurezza per garantire un livello minimo di illuminazione in caso di assenza di tensione; la norma prevede l’installazione di almeno un punto luce di emergenza per superfici fino a 100 metri quadri, mentre il numero varia da 2 a 3 punti luce per superfici superiori o per livelli superiori.

Il livello 2 rappresenta lo standard intermedio. Prevede tutti gli standard del primo livello, ma per accedervi – oltre alla quantità di punti di utilizzo superiori – è necessario installare un sistema di controllo dei carichi (uno strumento multifunzione in grado di monitorare i parametri della potenza) che permette di evitare distacchi fastidiosi della linea principale, derivati da eccessiva richiesta di potenza. Questo è considerato un livello intermedio, ma garantisce già una qualità superiore ai tradizionali impianti di base.

Lo standard più elevato è previsto dal terzo livello con l’introduzione dell’uso dell’impiantodomotico. Un sistema di tecnologie grazie al quale l’utente attiva e gestisce anche a distanza l’automazione degli impianti di casa per alcune funzioni:

  • Controllo e gestione dei carichi;
  • Gestione e comando delle luci;
  • Gestione delle temperature dei locali;
  • Gestione e automazione delle tapparelle;
  • Controllo remoto di più funzioni (via internet o via sms);
  • Sistema di diffusione sonora;
  • Rilevazione fumi e incendio;
  • Sistema antiallagamento e/o rilevazione gas.

Quanto costa un impianto elettrico a norma

Stabilire il prezzo esatto di un impianto elettrico a norma non è semplice perché si tratta di costi che variano molto a seconda della dimensione dell’immobile.

Se si cerca di fare una stima in base al numero di punti luce che in media vengono installati per metro quadro, possiamo considerare circa 35 punti luce in un appartamento di 40 metri quadri, 60 in un’abitazione di 70 metri quadri e 80 in una casa di 100 metri quadri.

Il costo di ogni punto luce oscilla intorno ai 50 euro (compresa la manodopera e i materiali necessari), cifra che può subire variazioni se la realizzazione di un nuovo impianto elettrico a norma fa parte di una ristrutturazione completa dell’immobile, per esempio. Stando a questo dato, il prezzo di un impianto elettrico sarebbe di circa 1750 euro per un appartamento di 40 metri quadri, di circa 3000 euro per uno di 70 metri quadri e di 4000 euro per uno di 100 metri quadri, escludendo da questa stima il costo del montaggio di eventuali faretti, lampade, lampadari o luci a led.

Impianto elettrico a norma costo e facsimile

Abbiamo pensato di riportare un  costo impianto elettrico appartamento di 100 mq circa di modo tale da potersi fare un’idea precisa e fare le giuste valutazioni nel momento in cui si richiedono dei preventivi. Naturalmente bisognerà considerare anche i costi per la certificazione impianti elettrici a norma!

PUOI TROVARE IL FACSIMILE QUI: Certificazione impianto elettrico: che cos’è, a cosa serve, facsimile preventivo!

Informazioni dettagliate sul costo dell’impianto elettrico puoi trovarle in questo articolo: Costo impianto elettrico: che cos’è, perchè fare un impianto a norma e come risparmiare

Come chiedere le detrazioni

Per la riparazione e la messa a norma degli impianti elettrici insicuri puoi richiedere la detrazione fiscale per ristrutturazione al 50%. In questo modo, puoi beneficiare di una detrazione dall’Irpef pari al 50% della spesa sostenuta, fino a un ammontare di 96.000 euro per unità immobiliare. Basta essere in possesso di alcuni documenti, come la dichiarazione dei redditi, le abilitazioni amministrative in relazione alla tipologia di lavoro da realizzare, la ricevuta di pagamento Imu e inviare – prima di iniziare i lavori di realizzazione o rifacimento dell’impianto elettrico a norma – una comunicazione con raccomandata A.R. all’Azienda sanitaria locale competente. Dovrai, infine, pagare le spese detraibili con un bonifico bancario o postale.

Se stai pensando di ristrutturare casa informati circa i costi medi, le detrazioni e le certificazioni che puoi richiedere:

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here