Chi Pagherà di Più con la Riforma del Catasto?

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Da quando è stata annunciata la riforma del catasto, ci sono state diverse polemiche.

In molti cittadini infatti permangono delle perplessità, perché tanti sono convinti che tutto ciò comporterà il pagamento di più tasse.

Da parte propria l’esecutivo promette che non ci sarà un aumento delle imposte, ma è logico che prima devono essere rispettate alcune premesse che sono state fatte.

Il Presidente del Consiglio Draghi ha detto che nessuno pagherà più tasse, perché si tratta soltanto di una manovra burocratica per riuscire a riordinare il registro catastale, che ormai non viene aggiornato da moltissimi anni, da più di 30.

Ma veramente nessuno rischia di pagare di più?

Cerchiamo di approfondire l’argomento.

Per chi è il rischio di pagare più tasse con la riforma del catasto

Per il momento possiamo ragionare soltanto per ipotesi e possiamo dire in questo senso, per esempio, che potrebbero pagare di più coloro che possiedono più immobili, almeno in riferimento al fatto che le case di cui stiamo parlando possiedano alcune specifiche caratteristiche catastali.

La legge, però, all’articolo 6, mette in evidenza che la riforma del catasto non avrà impatti economici.

Infatti viene sottolineato che la base imponibile delle imposte resterà sempre la stessa.

Possiamo riassumere l’assunto legislativo della riforma del catasto col fatto che non saranno alzate le tasse, perché il pagamento delle imposte sugli immobili rimarrà sempre fondato sui dati catastali che esistono tutt’ora.

Le stime sulle rendite catastali

Alcune sigle sindacali si sono date anche da fare per fare alcune stime, basandosi sulla conoscenza degli strumenti che saranno adottati per mettere a posto la situazione del catasto.

La UIL, nello specifico, ci fornisce dei dati davvero interessanti, che ci aiutano a capire dove, eventualmente, se non vengono mantenute le promesse fatte, si potrebbero riscontrare particolari aumenti.

Per esempio a Roma si potrebbe avere un aumento del 183%, a Milano del 123%, a Trento ci potrebbe essere la possibilità di arrivare ad incrementi del 189% e a Palermo del 164%.

In presenza di questi aumenti è logico che ci sarebbe la necessità di mantenere degli equilibri, in modo che chi si trovi in una posizione di svantaggio paghi meno tasse.

La situazione delle rendite catastali

Insomma, permangono molti dubbi, perché tutto dovrà essere portato avanti con una riforma in grado di garantire la persistenza di equilibri piuttosto delicati.

In questo senso dobbiamo comunque ricordare che la situazione delle rendite catastali non è attualmente delle migliori.

Da quello che ha detto anche la commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria, è possibile rendersi conto che i valori delle rendite catastali non tengono conto della situazione di fatto e si allontanano per molti versi dalla realtà.

Questo comporta delle disuguaglianze, perché per esempio sono molto gravate le zone interne del Sud Italia e invece da una situazione che non corrisponde molto al reale ne beneficiano in particolare coloro che possiedono case in zone turistiche e nei centri produttivi, con riferimento ad alcuni luoghi del Paese, come le città di Roma e Milano e le regioni della Toscana, della Liguria e della Sardegna.

La riforma del catasto riuscirà a portare dei nuovi equilibri, anche cercando di rivedere le rendite catastali e non persistendo a sottostimare i valori di mercato che sussistono in molti Comuni italiani?

Staremo a vedere, perché alcuni contribuenti tentano anche di approfittare sul mancato aggiornamento del catasto, per pagare meno tasse.

È chiaro, da questo punto di vista, che un intervento è necessario, ma è opportuno che si riveli migliorativo.

Gli italiani credono ancora nel valore del mattone, soprattutto come investimento.

Per questo occorre tenere d’occhio con molta attenzione come andrà la situazione sulla riforma del catasto e con quali criteri questa verrà messa a punto.

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