
È sempre molto importante vedere a che cosa corrisponde la categoria catastale B1.
Infatti, proprio a seconda di ciò che comprende la categoria B1 catastale, puoi capire in maniera consapevole anche quali sono le tasse da pagare riguardo a questa classe.
In questa guida troverai tutte le informazioni sulla categoria catastale B1.
In Questo Articolo ti Parliamo di:
Categoria catastale B1: cosa significa
Innanzitutto vediamo qual è la definizione della categoria catastale B1.
La categoria catastale B1 comprende:
- collegi
- convitti
- educandati
- ricoveri
- orfanotrofi
- seminari
- conventi
- ospizi
- caserme
Praticamente questa categoria comprende tutte le strutture di carattere collettivo.
Requisiti
Vediamo per la categoria catastale B1 i requisiti che devono essere soddisfatti perché si possa fare riferimento a questa particolare classe.
In generale la categoria catastale B comprende gruppi di edifici che rappresentano il patrimonio immobiliare urbano di cui fanno parte le strutture ad uso collettivo.
A cosa prestare attenzione
È sempre molto importante riuscire a prestare attenzione all’appartenenza ad una determinata categoria catastale.
Ribadiamo il concetto: è essenziale sapere a quale categoria appartiene un immobile di proprietà, per potersi regolare con il Fisco, per sapere, secondo calcoli che indicheremo più dettagliatamente, quali tasse sono da pagare, perché esse variano proprio a seconda della categoria catastale di appartenenza.
Se vuoi sapere quanto pagare per la categoria catastale B1, continua a leggere la nostra guida.
Ti spiegheremo come regolarti a questo proposito.
Categoria B1 catastale: tasse
Le tasse da pagare variano a seconda dell’uso dell’immobile e del proprietario. Ecco un riepilogo delle principali imposte:
1. IMU (Imposta Municipale Propria)
- Esenzione IMU se l’immobile è di proprietà di un ente non commerciale e viene utilizzato esclusivamente per finalità assistenziali, educative o di culto (art. 7 D.Lgs. 504/1992).
- Se è a scopo di lucro, l’IMU è dovuta con l’aliquota comunale (di solito tra 0,76% e 1,06% del valore catastale).
2. TARI (Tassa sui Rifiuti)
- Dipende dalla superficie dell’immobile e dall’attività svolta.
- Possibili riduzioni o esenzioni per enti non profit.
3. TASI (abolita dal 2020)
- Non più dovuta, perché inglobata nell’IMU.
4. Imposte dirette (IRPEF o IRES)
- Se l’immobile è di un ente non commerciale senza scopo di lucro, può essere esente.
- Se genera reddito (affitti, vendita, ecc.), è soggetto a IRPEF (persone fisiche) o IRES (società).
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