Tari 2018: niente rimborsi automatici. Ecco come richiederli

Siamo ormai alle porte del pagamento della prima rata della Tari 2018. In molti comuni arriveranno le richieste per il rimborso delle somme versate indebitamente. A differenza di quanto si poteva immaginare i rimborsi della Tari 2018 non avverranno in autotutela ma dovranno essere richiesti.

A deciderlo è stata la corte dei conti della Lombardia, che ha dato risposta alla richieste giunta dal comune di Milano che chiedeva chiarimenti in merito ai rimborsi automatici della Tari 2018. I giudici contabili non hanno voluto interferire sui contenziosi di competenza di altre giurisdizioni, che potrebbero sorgere tra i comuni e i contribuenti, e hanno deciso, ritenendo inammissibile la richiesta di parere di palazzo Marino, di non entrare a gamba tesa nell’attività gestionale dei comuni.

Tari 2018: ecco come richiedere i rimborsi

In buona sostanza la sentenza della corte dei conti della Lombardia impone ai cittadini di attivarsi con le richieste di rimborso, nel caso ritenessero di averne diritto,  presentando un’istanza al comune nella quale indicare le pertinenze da considerare, per poi procedere, dopo 90 giorni, ad una successiva proposizione dei ricorsi. A decidere sulla possibilità di essere rimborsati o meno saranno quindi i giudici chiamati a pronunciarsi sui ricorsi che verranno presentati dai cittadini nelle opportune sedi giudiziarie.

In tal senso il comune di Milano ha annunciato di aver informato le associazioni dei consumatori, nella fattispecie l’Adiconsum Milano metropoli, Adoc, Confederazione cittadinanza consapevole, Federconsumatori Milano e Lombardia, Movimento difesa del cittadino, Codacons e Unione nazionale consumatori, che non vi potranno essere rimborsi automatici della Tari 2018.
Per venire incontro alle esigenze dei contribuenti, palazzo Marino ha predisposto un modello di istanza, scaricabile dal sito internet del comune  a partire dalla prossima settimana, in questo modo la richiesta giungerà in maniera tempestiva e pertinente al comune del capoluogo lombard. In alternativa i contribuenti potranno rivolgersi alle associazioni dei consumatori che collaborano con il comune a questo scopo.

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