Sanzioni Bonus 110: Cosa si Rischia!

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Il superbonus 100% è un’opportunità che in tanti hanno voluto sfruttare per migliorare alcuni aspetti degli edifici nel nostro Paese.

Ma è fondamentale allo stesso tempo ricordare che tutta l’operazione deve essere messa a punto tenendo conto delle normative di riferimento che disciplinano questo settore.

Le norme, anche quelle che si riferiscono al bonus 110%, vengono infatti spesso aggiornate, anche per quanto riguarda le possibili sanzioni.

Queste ultime nel corso del tempo sono state inasprite, alla luce anche di recenti fatti che hanno permesso di scoprire delle frodi.

È opportuno, quindi, saperne di più anche su questo argomento, prendendo in considerazione le norme contenute nel dl Anti-frodi, che è stato successivamente assorbito dall’ultima Legge di Bilancio.

Le sanzioni in caso di documenti falsi

Secondo quanto stabiliva il decreto Rilancio nel 2020, era il Ministero dello Sviluppo Economico ad occuparsi dei controlli in merito alla possibilità di documenti falsi.

Erano previste delle sanzioni per coloro che rilasciavano attestazioni false per somme che andavano da 2.000 euro a 15.000 euro, una cifra calcolata per ciascun documento prodotto non corrispondente alla realtà.

Con le nuove norme, invece, sono aumentare le sanzioni previste in questi casi.

Infatti, se vengono rilasciate informazioni false in merito alle spese effettuate oppure non sono riportate informazioni rilevanti che riguardano i requisiti del progetto dal punto di vista tecnico, sono previste per il tecnico abilitato una sanzione che va da 50.000 a 100.000 euro e la reclusione da 2 a 5 anni.

Questi provvedimenti possono essere anche più elevati se il fatto viene commesso per il conseguimento di un ingiusto profitto.

Cosa succede nel caso di false comunicazioni all’Agenzia delle Entrate

Ci sono comunque altre situazioni che vengono previste dalla normativa, tenendo conto delle regole previste per ottenere il superbonus 110%.

Infatti i bonus che riguardano il settore dell’edilizia possono essere utilizzati in diverse modalità.

Sono a disposizione lo sconto in fattura e la cessione del credito oppure la detrazione nella dichiarazione dei redditi.

La comunicazione all’Agenzia delle Entrate delle informazioni di rilievo per la messa a punto del progetto deve essere effettuata se si sceglie una delle alternative alla detrazione nella dichiarazione dei redditi.

Le norme chiariscono quindi che bisogna procedere con la massima trasparenza e con grande precisione anche in questo caso, inviando le comunicazioni all’Agenzia delle Entrate.

Infatti, secondo le regole che disciplinano i bonus edilizi, fornire all’Agenzia delle Entrate delle informazioni non corrette è a tutti gli effetti un reato, che corrisponde nello specifico al reato di falsa fatturazione.

La sanzione in questo caso è rappresentata dalla reclusione da 4 a 8 anni.

Le sanzioni nel caso di Scia e visto di conformità

Nel caso in cui si presenti la situazione di un visto di conformità falso, chi si occupa di questo va incontro al reato di dichiarazione fraudolenta.

In questo caso la pena prevista consiste nella reclusione, per un periodo che va da un anno e 6 mesi fino a 6 anni.

Dobbiamo citare anche la situazione in cui ci si potrebbe venire a trovare nel caso di attestazioni false nell’ambito della Scia.

Stiamo parlando della segnalazione certificata di inizio attività.

Si tratta del documento che si rende necessario nel caso dell’inizio, della modifica o della cessazione di un’attività produttiva, per non attendere i controlli preventivi che vengono effettuati dagli appositi enti.

Se un professionista fornisce delle informazioni false, in particolare dichiarando il possesso dei requisiti per la Scia quando in realtà questi non sono presenti, rischia una sanzione fino a 516 euro e la reclusione fino a un anno.

Per tutti questi motivi, come abbiamo visto, è sempre essenziale evitare ogni imprecisione, anche nel caso della richiesta delle agevolazioni previste dalle normative in vigore per i bonus che riguardano l’edilizia.

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