Autoclave: Funzionamento, Differenze tra un’Autoclave da Appartamento e un Autoclave da Condominio, Quanto Costa!

autoclave funzionamento

L’autoclave è uno strumento che si caratterizza come un impianto che ha la funzione di aumentare la pressione dell’acqua.

Può essere necessario installarlo, in un appartamento o in un condominio, quando la pressione dell’acqua che utilizziamo in casa non è sufficiente per soddisfare le nostre esigenze.

Per capire il suo funzionamento, cerchiamo di comprendere più specificamente quali sono i componenti che formano un’autoclave.

I componenti fondamentali sono costituiti dalla pompa elettrica, dal pressostato, che ha il compito di accendere la pompa elettrica, dal serbatoio, che contiene l’acqua che proviene dalla rete idrica e la tiene da parte per i momenti in cui c’è necessità, e da un contenitore a pressione, all’interno del quale troviamo una camera d’aria.

La pompa autoclave, il pressostato dell’autoclave e tutti gli altri elementi che formano questo strumento sono estremamente importanti.

Ma vuoi sapere come funziona a livello dettagliato un’autoclave per acqua?

Andiamo a vedere tutto in maniera particolareggiata!

Che cos’è

L’autoclave è uno strumento, un impianto che serve ad aumentare, come abbiamo già specificato precedentemente, la pressione dell’acqua che proviene dalla rete idrica.

Attraverso il meccanismo di accumulo in un serbatoio e di conservazione dell’acqua, questa viene poi ripresa nel momento in cui non è possibile trarla dalla rete idrica.

In questo modo l’acqua potabile può essere utilizzata per tutte le necessità a livello domestico, con più comodità, perché l’autoclave consente di averla a disposizione con una pressione più elevata.

Come funziona

Vediamo dell’autoclave funzionamento e procedimento messo in atto per aumentare la pressione dell’acqua.

Possiamo distinguere il tutto attraverso uno schema fondamentale, che si compone di tre fasi principali.

Tutti i componenti che compongono questo impianto, compreso i pressostati dell’autoclave, si muovono tutti insieme contemporaneamente in maniera continuativa, per riuscire a raggiungere l’obiettivo principale, che è quello dell’aumento della pressione dell’acqua.

Nella prima fase avviene la raccolta dell’acqua all’interno della cisterna.

La cisterna non è altro che il serbatoio che già abbiamo nominato.

La sua funzione è quella di immagazzinare l’acqua che proviene dalla rete idrica.

Questa prima fase avviene grazie alla presenza della pompa elettrica.

Il funzionamento della pompa è regolato dal pressostato, che accende la pompa, quando rileva una pressione dell’acqua inferiore al limite minimo.

Il pressostato si occupa di spegnere la pompa elettrica, quando il livello della pressione dell’acqua raggiunge il valore massimo.

La fase due del funzionamento dell’autoclave è quella della compressione dell’acqua.

Quando raggiunge il serbatoio l’acqua viene compressa per incrementarne la pressione.

In tutto questo è d’aiuto la camera d’aria, che serve anche ad evitare che avvengano dei cali di pressione improvvisi.

Nella fase tre avviene la distribuzione dell’acqua.

Infatti, quando il livello di pressione raggiunge il limite massimo, la pompa si spegne e l’acqua, ormai con pressione più elevata, viene spinta attraverso l’energia ai vari punti di distribuzione della rete domestica.

Le tipologie

Ci sono vari tipi di autoclave.

In generale, invece possiamo fare una distinzione tra due tipologie.

Autoclave Tradizionale

Quella tradizionale nel vero senso della parola è anche la più conosciuta e la più diffusa.

Il processo più importante è rappresentato dal lavoro fatto dal pressostato, che ha la funzione di accendere o spegnere la pompa elettrica a seconda dei livelli della pressione dell’acqua.

È un impianto tradizionale molto facile da utilizzare e che si presta anche ad una semplice manutenzione.

Tuttavia per l’installazione necessita di ampi spazi.

Inoltre, rispetto all’altra tipologia, ha bisogno di un consumo maggiore di energia per funzionare.

Autoclave con sistema a Inverter

La seconda tipologia di impianto è quella con sistema a inverter.

In questo caso a fungere da sistema centrale dello strumento non è più il pressostato, ma una centralina elettrica, un inverter appunto.

È proprio quest’ultimo a rilevare la pressione dell’acqua e a mantenerne istantaneo l’andamento.

Questa seconda tipologia consuma meno energia e si può installare in spazi più ridotti.

Che differenza c’è tra il sistema in appartamento e quello in condominio

L’autoclave per appartamento è molto utile per esempio soprattutto per sfruttare il sistema negli appartamenti che sono situati a piani più elevati, che di solito ricevono meno acqua rispetto a quelli inferiori.

Quindi l’impianto per l’appartamento serve ad aumentare la pressione dell’acqua, in modo che essa possa arrivare alla distribuzione negli appartamenti superiori.

Il funzionamento dell’autoclave per il condominio è sempre lo stesso.

Tuttavia, nel caso dell’autoclave condominiale, bisognerebbe anche vedere che cosa dice la normativa soprattutto per quanto riguarda la suddivisione delle spese da sostenere.

Inoltre, sempre per quanto riguarda l’autoclave condominiale, bisogna rivolgersi ad un tecnico specializzato per risolvere alcune questioni più tecniche, come per esempio la posizione in cui il sistema deve essere installato per svolgere attentamente la sua funzione.

Quanto costa

E per quanto riguarda l’autoclave e il prezzo?

Scopriamo quali sono per l’autoclave i prezzi che in genere si riferiscono a questi sistemi in commercio.

In linea generale possiamo dire che l’autoclave, compreso il processo di installazione, potrebbe costare tra i 1.200 e i 1.600 euro.

Ci sono però vari fattori che influiscono sul prezzo.

Infatti dobbiamo considerare a quanto ammonta il costo della manodopera, a quanto corrispondono il volume e la capacità dell’impianto, a seconda del modello scelto.

Poi c’è da vedere come sfruttare il posizionamento dell’impianto, da decidere insieme al tecnico.

E in ultima fase bisogna considerare la tipologia dell’abitazione.

Infatti per esempio l’autoclave posizionata in un condominio può avere un costo differente rispetto a quella che viene installata in una villetta unifamiliare.

Nel costo sono da calcolare anche le spese relative alla manutenzione, che deve essere sempre continua e deve essere messa a punto da un tecnico competente.

Naturalmente nel caso dell’autoclave condominiale le spese potranno essere suddivise tra i vari condomini secondo ciò che affermano le norme.

In ogni caso anche in questo caso, per quanto riguarda i costi della manutenzione, essi possono variare a seconda della tipologia sia dell’apparecchio che delle caratteristiche dell’abitazione.

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