Pendenza Tetto: Qual è la Pendenza Minima di un Tetto e Come si Calcola!

calcolo pendenza tetto

La pendenza del tetto dipende da molti fattori.

Anche ad una semplice osservazione ci accorgiamo che l’inclinazione del tetto non è per tutte le case uguali.

Mentre la pendenza del tetto piano non sussiste, per quanto riguarda invece i tetti ricurvi la pendenza del tetto può essere minore o maggiore.

Tutto questo corrisponde ad una ragione pratica, infatti possiamo dire che non si tratta soltanto di una questione di stile architettonico o di abitudini legate al territorio in cui un immobile viene costruito.

Ma sicuramente ti starai chiedendo da che cosa dipende la pendenza del tetto.

Forse non sai che ci sono dei precisi criteri da rispettare per la pendenza per la copertura.

Per la pendenza dei tetti bisogna fare riferimento a specifiche normative che stabiliscono anche quali sono i valori di riferimento.

Per questo motivo abbiamo deciso di mettere a punto una guida che ti permette di sapere quali sono le misure della pendenza del tetto che devono essere rispettate a seconda dei casi.

Andiamo al dunque!

Come fare il calcolo della pendenza di un tetto?

E’ importante sapere come si calcola la pendenza di un tetto in quanto può risultare utile se per esempio vuoi inserire delle finestre direttamente nella copertura della tua casa oppure se hai bisogno di mettere a punto dei lavori di manutenzione.

Ti diciamo subito che la pendenza di una falda di copertura intende esprimere il rapporto tra il dislivello che c’è tra la linea di gronda ed il colmo.

In pratica il calcolo della pendenza del tetto indica la distanza in proiezione ortogonale.

È un valore che esprime una misura di solito rapportata in gradi o in percentuale.

Per capire meglio facciamo un esempio che si basa su un carattere visivo.

È come se sul tetto dovessi tracciare un triangolo rettangolo il cui vertice coincide con la linea di gronda.

Il tratto di falda corrisponde all’ipotenusa di questo immaginario triangolo.

Se il cateto maggiore è lungo 1 metro, misura l’altro cateto.

Il suo valore corrisponde alla pendenza espressa in percentuale.

Se vuoi misurare l’angolo, devi effettuare dei calcoli più complessi.

La soluzione migliore in questo caso è quella di ridisegnare il tetto in sezione, prendendo le varie misure in pianta, e poi arrivare al calcolo definitivo con l’aiuto di un goniometro.

Quando si rifà il tetto bisogna pertanto tenere presente anche questo calcolo.

La pendenza minima: 30 gradi

Ma c’è una pendenza minima del tetto che deve essere rispettata?

Molti prendono le mosse per riuscire a comprendere questo concetto dalla pendenza minima del tetto piano.

Ma dobbiamo comunque considerare alcuni fattori importanti che sono necessari a comprendere come deve essere calcolata questa misura.

Soprattutto dobbiamo vedere qual è la specifica funzione della copertura di un’abitazione.

Il compito preciso di un tetto è quello di proteggere tutti gli ambienti sottostanti soprattutto dagli agenti atmosferici.

Inoltre il tetto deve riuscire a far fronte alle sollecitazioni a cui l’edificio può andare incontro, come quelle provocate dal vento.

Infine ha un altro compito molto importante, che consiste nel contenere le dispersioni termiche.

Quindi proprio in base a questa funzione può variare la pendenza.

Di solito si parla di una pendenza del tetto a 30 gradi.

Infatti la pendenza media variabile del tetto solitamente è in media variabile tra il 30% e il 40%.

Tuttavia possiamo trovare tetti sia con pendenze minori che maggiori.

Infatti il valore della pendenza del tetto tende ad aumentare nelle aree più fredde, soprattutto nelle aree in cui sono più frequenti le nevicate.

Quindi avremo una pendenza maggiore soprattutto nelle zone di montagna e una pendenza minore nelle zone in cui il clima è più mite, nelle pianure o lungo la costa.

La pendenza a falde

Ma c’è un elemento che dobbiamo ancora considerare.

Si tratta della pendenza del tetto a falde.

Un tetto a falde può avere una conformazione geometrica piuttosto particolare.

In questo caso ci sono dei criteri di cui si deve tenere conto e vanno presi in considerazione sulla base del numero di facce inclinate che compongono la copertura nel suo complesso.

In genere le soluzioni più semplici sono quelle caratterizzate da tetti ad una falda, a due falde o a padiglione.

Negli edifici più grandi invece ci può essere una situazione molto più intrecciata, in cui si incontrano diverse falde, le quali possono avere anche pendenza molto differente.

Bisogna distinguere però che tipo di falde e quante falde entrano in gioco.

Poi bisogna tenere conto delle condizioni climatiche della zona in cui l’edificio è costruito, qual è la situazione paesaggistica del luogo e quale tipologia di manto si utilizza per realizzare la copertura.

Sono proprio tutti questi fattori che possono determinare la pendenza minima di un tetto.

Il tutto naturalmente corrisponde a scelte di progetto molto precise, che tengono conto anche dell’aspetto estetico.

Un fattore per esempio molto importante riguarda lo smaltimento dell’acqua.

Le normative di legge stabiliscono delle indicazioni precise che riguardano la lunghezza della falda e la modalità di posa dei componenti, in modo che l’acqua piovana possa essere smaltita in maniera corretta.

I tetti piani

Generalmente e in maniera comune possiamo definire un tetto piano, ma esso, riguardo alla pendenza del tetto, non sarà mai davvero completamente piano.

Infatti comunque anche nei cosiddetti tetti piani si deve rispettare una pendenza minima, sempre per garantire lo smaltimento dell’acqua piovana.

In questo modo si possono evitare problemi che sono dovuti al ristagno dell’acqua, come per esempio le infiltrazioni negli ambienti interni che si trovano al di sotto della copertura.

Per quanto riguarda la pendenza minima del tetto piano, che deve essere sempre garantita, quest’ultima si aggira di solito intorno al 2%.

Per i tetti piani una questione molto importante, oltre a garantire comunque la pendenza minima di cui abbiamo già detto, consiste nel realizzare un apposito massetto che sia dotato di un’adeguata impermeabilizzazione.

Infatti, al di là dell’uso che se ne fa, per esempio come tetto verde o per l’installazione di impianti fotovoltaici, il problema principale consiste sempre nell’evitare il ristagno dell’acqua piovana e nell’assicurarsi che essa abbia la possibilità di defluire.

Gli stessi criteri devono essere utilizzati anche per la realizzazione di solette, di terrazzi e di balconi.

Quali materiali scegliere

La scelta del materiale dipende molto dal clima. Esistono materiali che hanno una tenuta dell’acqua molto buona.

In generale si sceglie il materiale basandosi sulla pendenza del tetto.

I casi più frequenti sono questi:

  • Tegole se la pendenza minima è di 30 gradi
  • Coppi: se pendenza minima è di 40 gradi
  • Lamiera se la pendenza minima è di 7 gradi

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