Diminuiscono i Contratti di Affitto Rivolti agli Studenti: I Numeri!

diminuiscono i contratti di affitto agli studenti universitari

Le conseguenze imposte dal lockdown necessario per contenere i contagi da coronavirus hanno avuto inevitabili effetti anche sul mercato immobiliare.

In particolare hanno inciso profondamente anche sugli affitti delle case per gli studenti universitari che studiano fuori sede.

Il fenomeno ha riguardato sia il Nord che il Sud del Paese e, secondo i dati diffusi da Solo Affitti Spa, le agenzie immobiliari hanno dovuto fare i conti con il 79,5% di richieste di risoluzione del contratto di affitto.

C’è stata anche una consistente fetta degli studenti universitari che ha inoltrato una richiesta per la riduzione del canone di locazione mensile.

In particolare la percentuale del 65% degli studenti ha optato per questa soluzione.

Necessariamente quindi il mercato immobiliare, nel comparto delle locazioni, è stato interessato da questi processi, soprattutto in città universitarie sia del Nord che del Sud Italia.

Infatti questa che abbiamo descritto è una situazione tipica che si è riferita soprattutto a città come Milano, Roma e Napoli.

Perché gli studenti universitari hanno disdetto il contratto d’affitto

Nelle città universitarie l’andamento del mercato per quanto riguarda le locazioni è incentrato soprattutto proprio sulle richieste degli studenti fuori sede, case e stanze affittate agli universitari.

Ma gli effetti del lockdown in seguito alla diffusione della pandemia hanno avuto come prima conseguenza proprio la riduzione delle locazioni.

Gli studenti infatti hanno preferito optare per una risoluzione del contratto di locazione per vari motivi.

La stessa situazione di incertezza che si è venuta a creare di fronte all’emergenza ha spinto molti giovani a voler tornare nella città di origine.

Naturalmente tutto ciò è stato dettato da ragioni affettive, ma i motivi sono stati anche quelli del risparmio di carattere economico.

Inoltre gli studenti hanno potuto contare sulla didattica a distanza e non hanno avuto più bisogno di abitare in una città differente, nella città in cui si trova la sede universitaria da loro scelta, per seguire le lezioni.

Se il totale del 79,5% ha registrato una risoluzione del contratto, in dettaglio i numeri dicono che il 42% delle agenzie ha constatato una crescita moderata delle disdette.

Il 37,5% delle agenzie ha affermato che si è trattato di un fenomeno da annoverare sulla base di una forte crescita.

Quali sono le previsioni per la ripresa a settembre

La speranza, in questa situazione di incertezza per quanto riguarda il mercato delle locazioni nelle città universitarie, è che la ripresa delle lezioni nei mesi di settembre e ottobre possa portare dei buoni frutti.

Negli anni passati già in estate molti studenti di tutta Italia iniziavano a guardarsi intorno per trovare la stanza che avrebbero utilizzato a partire dalla stagione autunnale.

Invece quest’anno da questo punto di vista ancora il mercato non si è attivato.

Il 75% delle agenzie immobiliari riscontra un forte calo di richieste da parte degli studenti fuori sede.

Il 14,6% rileva un calo moderato.

L’8,3% afferma che la situazione possa essere considerata stabile.

Gli esperti comunque dichiarano che questo fenomeno di incertezza potrebbe soltanto durare per poco, infatti sarebbe possibile ipotizzare almeno un parziale recupero a settembre.

È proprio a settembre che la situazione sarà più chiara anche per gli studenti, sia per quanto riguarda l’emergenza epidemiologica sia per le modalità didattiche che ogni ateneo sceglierà.

Proprio in seguito ai chiarimenti sulla didattica a distanza o sulle lezioni in aula, in attesa di sapere se inizieranno altre attività come i laboratori o i tirocini, si spera un rialzo del mercato delle locazioni.

Nel frattempo gli esperti consigliano di aspettare settembre, soprattutto il periodo in cui cominceranno i test d’ingresso per l’immatricolazione in diversi corsi di laurea.

Finché perdura questa situazione di incertezza riguardo al mercato degli affitti per gli universitari, si potrebbe pensare per i proprietari degli immobili uno spostamento del target verso le famiglie con figli.

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