Comprare casa in Italia: ecco il profilo dell’acquirente ideale

Negli ultimi anni c’è stato un incremento di giovani e meno che hanno deciso di comprare casa in Italia. Il mercato immobiliare ha infatti dato importanti segnali di ripresa, con un sensibile aumento delle compravendite mentre per quanto concerne i prezzi la situazione varia in maniera significativa spostandoci da provincia a provincia.

A tracciare il profilo dell’acquirente ideale è stata una ricerca portata avanti dall’Ufficio Studi del gruppo Tecnocasa. L’analisi delle compravendite realizzate nel 2017 evidenzia che il 76,2% ha riguardato l’abitazione principale, il 18,0% si decide di comprare casa ad uso investimento ed il 5,8% la casa vacanza. Rispetto al 2016 si registra un leggero aumento della percentuale di acquisti per investimento che passa dal 17,4% all’attuale 18,0%.

Comprare casa: ecco chi investe nel mercato immobiliare

Come detto in precedenza l’ufficio studi del gruppo Tecnocasa ha portato avanti una ricerca per tracciare comprendere chi decide di comprare casa in Italia, la fascia d’eta e le motivazioni che spingono gli acquirenti ad investire nel mercato immobiliare.

Nel 56,7% dei casi a comprare casa sono persone con un’età compresa tra 18 e 44 anni, si registra poi un 21,3% di acquirenti tra 45 e 54 anni e percentuali in diminuzione al crescere delle fasce di età.

A comprare casa sono state soprattutto coppie e coppie con figli che compongono il 71,5% del campione, mentre è più bassa la quota di acquirenti single che si attesta sul 28,5%.

Analizzando le compravendite dal lato del venditore, nel 2017 la maggior parte delle persone ha venduto per reperire liquidità, questa tipologia di scelta si attesta intorno al 55,9%, seguiti da coloro che hanno venduto per migliorare la qualità abitativa in questo caso siamo al 32,2% ed infine da chi si è trasferito in un altro quartiere oppure in un’altra città la percentuale per questa eventualità si attesta al 11,9%. Rispetto al 2016 aumenta la percentuale di coloro che vendono per reperire liquidità. Si passa infatti dal 51,3% all’attuale 55,9%.

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