La legge finanziaria 2020 conterrebbe, secondo ciò che hanno riferito le associazioni dei proprietari immobiliari, delle novità importanti per quanto riguarda gli immobili che si trovano nei Comuni colpiti da calamità naturali.
Nello specifico la manovra finanziaria avrebbe stabilito delle agevolazioni di carattere fiscale, proprio per non pesare troppo sulle spalle di chi ha dovuto attraversare degli eventi disastrosi legati ai fenomeni della natura.
L’IMU e la TASI sarebbero ridotte del 25% nel caso degli immobili dati in affitto con canone concordato.
Inoltre queste tasse sarebbero ridotte del 21% nel caso di affitto di immobili da parte di chi ha deciso di usufruire del regime della cedolare secca.
Proprio riguardo a quest’ultimo punto ci sono delle novità stabilite dalla legge di bilancio 2020.
Fino ad ora la cedolare secca era al 15%, ma in seguito ad una deroga prevista dalla legge di bilancio 2017 veniva applicato comunque il 10%.
Tuttavia la deroga del 2017 sarebbe scaduta il 31 dicembre del 2020, per cui la cedolare secca sarebbe presto ritornata ad essere il 15%.
Invece la legge di bilancio attuale ha reso definitivamente la cedolare secca al 10%.
Tuttavia c’è un’importante modifica da considerare, perché questo regime agevolato si applica soltanto ad alcuni casi specifici, rappresentati dalle città metropolitane e dai Comuni ad alta tensione abitativa.
Da qui la necessità di prevedere, con la nuova legge di bilancio, uno sconto su Imu e Tasi riservato ad alcune tipologie di contratto di affitto.
Le associazioni dei proprietari immobiliari affermano come in Parlamento ci sono molti segnali che facciano capire come la cedolare secca ridotta al 10% e strutturata ormai a questa percentuale possa essere approvata per i Comuni colpiti da calamità naturali.
Per esempio si fa riferimento soprattutto al territorio ligure e alla provincia di Savona, dove molti Comuni si sono ritrovati ad avere a che fare con delle emergenze legate alle calamità della natura.
Le associazioni arrivano a questa conclusione, partendo dal presupposto che in Parlamento ci sono molti emendamenti che si riferiscono proprio all’argomento della cedolare al 10%.
Per questo le associazioni suggeriscono di scegliere in base a differenti motivazioni se fare contratti di locazione a canone concordato o a canone libero.
Su questo punto si deve tenere conto proprio del fatto della riduzione dell’Imu del 25% nel contratto a canone concordato, possibilità che invece non si avrebbe nei contratti di affitto a canone libero.
La discriminante potrebbe portare proprio ad una precisa direzione, specialmente da parte di quei proprietari immobiliari che si trovano a dare in locazione alcune unità immobiliari in alcuni Comuni italiani.