Accensione riscaldamento 2022: Le Nuove Regole!

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È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto che regola le modalità di accensione del riscaldamento nella prossima stagione.

La nuova norma ha l’obiettivo di contenere i consumi di gas in Italia in un periodo particolarmente delicato per l’approvvigionamento delle materie prime anche nel nostro Paese.

Il decreto pubblicato di recente mette in evidenza quali sono le regole relative alle date di accensione e di spegnimento dei termosifoni.

Inoltre disciplina gli orari nei quali possono funzionare i sistemi di riscaldamento e le temperature consentite.

Il tutto con una suddivisione per aree che riguarda la penisola.

Vediamo cosa c’è da sapere sull’argomento.

Le nuove regole sul riscaldamento

Sono 6 le zone climatiche nelle quali è stata suddivisa l’Italia per la stagione autunnale e invernale del 2022.

Il calendario con date e orari, quindi, cambia tenendo conto proprio della suddivisione delle aree della penisola, una suddivisione che è stata effettuata tenendo conto delle temperature che in media si registrano nelle zone del Paese.

Il piano nazionale predisposto dal Governo prevede alcune regole ben precise, che hanno l’obiettivo di contenere i consumi:

  • l’accensione dei riscaldamenti viene ridotta di 15 giorni, anticipando lo spegnimento e posticipando l’avvio;
  • gli orari vengono ridotti di 1 ora ogni giorno in tutte le aree climatiche individuate, tranne la zona F, che è quella che viene considerata più fredda;
  • la temperatura massima dovrebbe essere abbassata di 1 grado nelle abitazioni in cui sono presenti i termosifoni.

Le zone climatiche e il calendario in Italia

Ecco, quindi, come è stato suddiviso il Paese tenendo conto delle aree climatiche, con i dettagli sulle date e sugli orari dell’accensione dei termosifoni.

Zona A

Nella zona A è possibile accendere i termosifoni dall’8 dicembre al 7 marzo, per un tempo massimo di 5 ore ogni giorno.

L’orario di funzionamento in questo caso varia diminuendo di 60 minuti.

La zona A comprende alcune aree calde del nostro Paese, come Porto Empedocle e le isole di Lampedusa e Linosa.

Zona B

Nella zona B i termosifoni possono essere accesi dall’8 dicembre al 23 marzo, per un massimo di 7 ore ogni giorno.

Anche in questo caso l’orario diminuisce di 60 minuti.

In questa zona sono presenti diverse province italiane, come Palermo, Messina, Agrigento, Catania, Crotone, Siracusa, Trapani e Reggio Calabria.

Zona C

Della zona C fanno parte l’area adriatica Nord e alcune province, come Bari, Brindisi, Caserta, Benevento, Catanzaro, Imperia, Cosenza, Lecce, Napoli, Latina, Ragusa, Salerno, Oristano, Taranto e Sassari.

In questo caso è possibile accendere i riscaldamenti dal 22 novembre al 23 marzo, per un massimo di 9 ore ogni giorno.

Zona D

Le date del calendario per la zona D sono quelle che vanno dall’8 novembre al 7 aprile.

Il funzionamento dei termosifoni non può essere superiore a 11 ore al giorno.

Sono numerose le province che sono comprese nella zona D.

Tra queste possiamo ricordare, ad esempio, Avellino, Ancona, Chieti, Caltanissetta, Firenze, Genova, Macerata, Foggia, Pesaro, Pisa, Prato, Forlì, Ascoli Piceno, Grosseto, Livorno, Isernia, Lucca.

Nell’elenco sono comprese anche le province di Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pistoia, Pescara, Siena, Roma, Teramo, Terni, Viterbo e Vibo Valentia.

Zona E

Nella zona E sono presenti province come, ad esempio, Aosta, Alessandria, Asti, Milano, Torino, Bolzano, Ferrara, Reggio Emilia, Trieste, Venezia, Verona, Perugia, Rieti, Enna, Potenza e L’Aquila.

In questo caso è possibile accendere il riscaldamento dal 22 ottobre al 7 aprile, per 13 ore al giorno al massimo.

Zona F

Della zona F fanno parte Trento, Belluno e Como.

Si tratta della zona più fredda dal punto di vista climatico e per questo non sono previste delle limitazioni, né per il periodo né per l’orario di accensione dei termosifoni.

Occorre mettere in evidenza che viste le temperature piuttosto alte alcuni comuni appartenenti alle fasce E e F hanno deciso di posticipare l’accensione del riscaldamento. Torino ad esempio posticipa l’accensione del riscaldamento dal 22 al 29 ottobre.

Le eccezioni e la temperatura più bassa

Ci sono, comunque, alcune eccezioni, che riguardano le utenze che vengono definite sensibili.

Si parla a questo proposito, ad esempio, degli ospedali, delle scuole, delle piscine e delle attività di tipo industriale o artigianale, settori per i quali sono indicate delle deroghe.

Il nuovo decreto stabilisce anche che la temperatura dovrà essere mantenuta più bassa: nello specifico si tratta di 1 grado in meno nelle case, negli uffici e nelle attività commerciali.

In queste situazioni, infatti, non si potrà andare oltre i 19 gradi all’interno dell’ambiente riscaldato, prevedendo comunque un margine specifico di tolleranza, che corrisponde a 2 gradi.

Le autorità di amministrazione locale, in ogni caso, potranno autorizzare l’accensione dei riscaldamenti in situazioni climatiche che vengono ritenute particolarmente severe.

In questo caso, però, la durata durante il giorno non può superare la metà di quella che viene consentita normalmente.

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